Roma Club New York: “Mai schiavi del risultato, Cobolli è tra gli ospiti con più intensità”

In questa 'puntata' di Tutto il mondo Tifa As Roma l'ospite speciale è il Roma Club New York

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In questa puntata di ‘Tutto il mondo Tifa AS Roma’, l’ospite speciale è il Roma Club New York, raccontato attraverso le parole del suo Vicepresidente Claudio Tamborra.

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QUANDO NASCE IL ROMA CLUB NEW YORK?

“Il Roma Club New York nasce il 15 maggio del 2008 dal bisogno di romanismo nella Grande Mela. Tra i soci fondatori c’era e c’è l’attuale Presidente, l’avvocato Giovanni Peluso. Quest’anno saranno 17 anni del club e fra tre anni il 20°. Il Club sicuramente è cresciuto tanto negli anni, è maturato e , nonostante le persone si sposino, abbiano figli, si trasferiscano, è sempre andato avanti anche con persone diverse. La cosa bella è che questo Club è sempre stata l’essere una grande famiglia. Ci si può perdere di vista per qualche tempo, ma il legame rimane e quando ci si rivede è come se il tempo non fosse mai passato”.

COSA SIGNIFICA ESSERE ROMANISTI A NEW YORK?

“Secondo me si prova onore e onere, soprattutto quando magari sei molto attivo nel club come nel nostro caso. Questo perché passano gli anni e quello che ci sentiamo di fare è di portare rispetto per la città di Roma, per i colori che ci sentiamo di portare a New York. Quindi è un impegno importante, magari facciamo meno trasferte rispetto a chi ha la possibilità di vivere in Italia o in Europa però si fanno tanti sacrifici. Cerchiamo di essere sempre un punto di ritrovo, di riferimento per i romanisti che vengono da tutto il mondo al club perché secondo me un Roma Club non è uno striscione in Tevere. Un Roma Club deve prima di tutto essere attivo sul territorio, un luogo dove uno può venire da qualsiasi parte del mondo per vedere la Roma”.

COME SI PREPARA UNA PARTITA A NEW YORK?

“Dipende dalla partita, da quello che ci sentiamo di fare, se vogliamo dare un messaggio particolare, quindi dipende. Ovviamente tra quelle che sentiamo di più c’è il Derby e il Napoli. Ci sono state volte in cui abbiamo dato messaggi di supporto o di incoraggiamento, abbiamo contestato a modo nostro come con la Souloukou, Ghisolfi e l’algoritmo. Ci deve venire da dentro. Le finali europee che ci sono state le abbiamo preparate in maniera ancora più maniacale, siamo sempre attenti ai dettagli. La finale purtroppo persa è stato uno spettacolo per chi ama il calcio, a prescindere dai colori”.

OSPITI AL ROMA CLUB NEW YORK?

“I nomi sono tanti però posso dirti che l’intensità di Flavio Cobolli è unica. Capisci che viene trasmessa dal papà che è un grandissimo romanista e anche suo fratello. A me personalmente mi è piaciuto l’aver visto non solo il personaggio, ma anche il papà e questa passione che è tramandata da padre in figlio. C’è stato Marco Conidi, se uno vede il video ti vengono in brividi”.

DOVE PENSI CHE LA ROMA POSSA ARRIVARE?

“A inizio anno vedendo anche il tipo di campagna acquisti che era stata fatta avrei detto tra le prime quattro. Forse sono stato troppo positivo. A questo punto mi piacerebbe che la Roma confermasse almeno la stessa posizione dell’anno scorso. Sicuramente i primi mesi sono stati molto complicati e la scelta di Juric è stata fallimentare. A dimostrarlo è anche il suo andamento in Inghilterra. Probabilmente non è un allenatore da prendere in corsa e comunque penso che tra Roma e Southampton sia un rullino impietoso”.

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