Il primo treno l’ha perso per colpa di un fastidio muscolare, che lo ha costretto a restare ai box nella goleada contro il Trastevere. Un’assenza precauzionale, nulla di preoccupante, ma sufficiente per impedirgli di iniziare la stagione con il piede giusto. La Roma ha già archiviato quel test, ma Dovbyk no. E ora prepara la sua risposta: domani tornerà ad allenarsi regolarmente con il gruppo, deciso a farsi trovare pronto, a ritrovare spazio e centralità, a convincere Gasperini di essere l’uomo giusto per guidare l’attacco giallorosso.
La concorrenza di Ferguson
La concorrenza si è alzata di livello. Il nuovo arrivato Evan Ferguson è diverso da Shomurodov. È più giovane, più strutturato, più completo. E soprattutto, nelle intenzioni del club e dello stesso Gasperini, non è stato preso solo per fare la riserva. Ma Dovbyk, almeno per ora, non ha alcuna intenzione di cedere il passo. Arrivato appena dodici mesi fa per una cifra importante – 30,5 milioni più bonus – l’ucraino ha vissuto una stagione fatta di alti e bassi, con 17 reti totali tra campionato e coppe, ma anche diversi blackout nei momenti chiave. In Serie A ha segnato 12 volte, ma in nessuno dei big match ha lasciato il segno.
La sensazione è che il potenziale sia rimasto in parte inespresso. Per questo la Roma ha deciso di non metterlo sul mercato e di affidarlo alle mani esperte di Gasperini, uno che con gli attaccanti sa lavorare come pochi. I numeri lo confermano: Zapata, Muriel, Scamacca, Retegui. Tutti sono cresciuti e hanno brillato sotto la sua guida, spesso raggiungendo i propri picchi realizzativi. La speranza, e l’obiettivo, è che la stessa metamorfosi tocchi anche Dovbyk.
L’obiettivo
In questo contesto, la concorrenza con Ferguson può diventare una risorsa. Un duello stimolante, che può tirare fuori il meglio da entrambi. Come scrive il Corriere dello Sport, Dovbyk ha un obiettivo chiaro in mente: trasformarsi in un attaccante da almeno 20 gol in campionato, imparare a segnare con continuità contro ogni tipo di avversario e diventare il riferimento offensivo di una squadra che vuole alzare l’asticella, in Italia e in Europa.