Roma, Dovbyk vince il Trofeo Pichichi: “Voglio ringraziare tutti”

Nonostante il momento di grande tensione, anche in casa Roma spunta un sorriso: Artem Dovbyk, infatti, ha vinto il Trofeo Pichichi

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Redazione Solo la Roma - La Redazione
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Una stagione da dimenticare, almeno per il momento, in casa Roma. Il dodicesimo posto in classifica e i soli 4 punti che separano i giallorossi dalla zona retrocessione sono il risultato delle scelte sconsiderate da parte di una società assente, che agisce senza riflettere. I risultati, poi, sono sotto gli occhi di tutti. L’esonero di De Rossi ha dato una mazzata pesante dal punto di vista psicologico e ha reso nervoso un ambiente, come quello romanista, che non è mai semplice da gestire. A peggiorare la situazione, poi, è stato l’arrivo di Juric che si è ritrovato in una situazione ben più grande di lui che lo ha inghiottito e lo ha portato a risultati disastrosi.

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Adesso la Roma è nuovamente nel limbo, senza un allenatore e soprattutto in assenza totale di una visione futura che possa rasserenare giocatori e tifosi. L’unica grande nota positiva, però, prende il nome di Artem Dovbyk. L’attaccante ucraino, infatti, si è rivelato il centro di questa squadra e, nonostante qualche prestazione da rivedere, è l’unico che ha dimostrato sul terreno da gioco parte del suo grande valore. Non a caso, infatti, ha ricevuto il Trofeo Pichichi messo in palio dal giornale Marca che, però, fa riferimento alla classifica marcatori de La Liga. Nonostante ciò, si tratta di un incoraggiamento per l’ex Girona che dovrà cercare di fare sempre meglio anche con la maglia giallorossa.

Le parole di Dovbyk

A parlare del Trofeo Pichichi è stato proprio Dovbyk: Vorrei ringraziare Marca per avermi consegnato questo trofeo, il Girona per avermi dato l’opportunità di giocare in Liga e tutti i miei ex compagni di squadra. Non è il mio trofeo, ma è il nostro. Credo che lo abbiamo meritato. Vorrei mandare anche un messaggio di supporto alle persone di Valencia in questi momenti difficili. Credo che nessuno potesse immaginare quello che ho fatto, ma ricordo che dopo le prime cinque partite Stuani, il nostro capitano, mi ha iniziato a chiamare Pichichi. E gli ho chiesto chi fosse e me lo ha spiegato. Dopo questo, in tutte le partite veniva da me e mi diceva che io ero Pichichi e non dovevo dimenticarlo. Mi ha dato molta fiducia”.

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