Sta riempiendo pagine e trasmissioni dei vari notiziari la strage di Nuoro che si è consumata lo scorso 25 settembre. Proprio a margine di tale evento, è Andrea Carnevale a raccontare il dramma vissuto dai lui stesso esattamente 49 anni fa, il 25 settembre 1975. L’ex attaccante della Roma ha rivelato a La Stampa di come la madre sia stata vittima di femminicidio quando aveva appena 14 anni, e alcuni passaggi dell’intervista sono strazianti.
“Un mattino mio padre si è svegliato, ha preso l’accetta ed è andato ad ammazzare mia madre, mentre stava lavando i panni al fiume. Una della mie sorelle era presente, io stavo giocando a pallone. Ho raccolto il cervello di mia madre nel fiume e l’ho portato alla caserma. I segnali c’erano tutti, mio padre ha cominciato man mano a picchiare nostra madre davanti a noi, anche mentre cenavamo. C’era un clima di terrore. Andai dai carabinieri più volte per sentirmi dire che se non vedevano il sangue non potevano intervenire. Dopo l’omicidio al maresciallo ho detto ‘Visto che poi è successo!? Quante volte sono venuto qui? Adesso il sangue lo vedi”.
Carnevale: “Giusto divulgare, voglio fare sensibilizzazione”
Dopo lo straziante racconto, Carnevale ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a raccontare ciò, oltre a qualche consiglio utile: “Il mio invito ai ragazzi che vivono queste tragedie è di cercare di reagire, anche se è molto dura. Io mi sono messo a testa bassa e sono andato avanti nonostante il dolore, la tragedia non mi ha spezzato. È giusto divulgare, voglio fare sensibilizzazione e aiutare affinché cose del genere non si ripetano. La prima volta che un fidanzato o marito alza le mani dovete lasciarlo, perché o rifarà. Rancore per qualcuno? No, mio padre era un uomo malato che non è stato curato”.