Claudio Ranieri, l’uomo delle imprese impossibili, sta scrivendo un nuovo capitolo di una carriera già leggendaria. Dopo la Premier League vinta con il Leicester e le salvezze miracolose con il Cagliari, il tecnico romano ha accettato una sfida che sembrava disperata: risollevare la Roma da un inizio di stagione da incubo. Chiamato dopo gli esoneri di De Rossi e Juric, ha preso una squadra a -4 dalla zona retrocessione e l’ha portata, in soli quattro mesi, a -4 dalla Champions League, con una rimonta che ha dell’incredibile.
Il paragone con l’annata 2009/2010
Ora mancano nove partite alla fine del campionato e la sfida del 6 aprile contro la Juventus, come scrive il Corriere dello Sport, appare quasi come uno spareggio. Per i tifosi romanisti, è inevitabile il paragone con un altro match entrato nella storia: quel Roma-Inter del 27 marzo 2010, quando Ranieri, subentrato a Luciano Spalletti dopo appena due turni di campionato, portò la squadra a lottare punto su punto contro l’Inter di Mourinho. Anche allora, proprio alla 31ª giornata, la sua Roma sfidò la capolista in un Olimpico gremito, accendendo un sogno scudetto che si infranse solo all’ultimo.
Il contesto oggi è diverso, ma qualche somiglianza affascinante c’è. La guida tecnica è la stessa, così come l’amore incondizionato dei tifosi. E poi c’è la storia dei suoi “eroi silenziosi”: se quindici anni fa fu Luca Toni a far esplodere lo stadio con un gol decisivo, oggi Ranieri sta lavorando per trasformare Artem Dovbyk in un nuovo trascinatore. Dopo la rete contro il Cagliari, l’allenatore ha dichiarato: “Ha bisogno di affetto e comprensione”.
Questa rincorsa è un’impresa diversa, certo, ma in fondo le imprese sono il pane di Ranieri. Se riuscirà a far vibrare di nuovo l’Olimpico e a portare la Roma a credere davvero nel sogno Champions, avrà aggiunto un’altra pagina epica al suo romanzo giallorosso.