La sconfitta contro l’Inter ancora pesa sulle spalle della Roma. Una delusione che non ci voleva tra le fila giallorosse, soprattutto dal punto di vista mentale. La formazione capitolina, infatti, è consapevole di vivere un momento terribile e ad esprimere ciò sono state anche le parole di Svilar alla fine della gara contro l’Inter. Il portiere capitolino, infatti, ha sottolineato come “Il Dio del calcio in questo momento non voglia far segnare la compagine capitolina”. Una dichiarazione di frustrazione che mette in luce quanto detto anche dallòa classifica.
La Roma, infatti, si trova al decimo posto in classifica con 10 punti totalizzati dopo 8 gare di campionato. Un inizio alquanto complesso che passa anche e soprattutto da una fase offensiva sterile e che non riesce a concretizzare quanto creato. Anche contro l’Inter, infatti, i giallorossi hanno tirato più volte verso lo specchio della porta, rispetto ai nerazzurri, ma non sono mia riusciti a trovare la via del gol. Un dato allarmante, soprattutto perché nei casi in cui non dovesse segnare Dovbyk, gli uomini di Juric difficilmente riescono a trovare la rete.
Le parole di Capello
A parlare del momento buio della Roma ci ha pensato Fabio Capello che è tornato anche sulla vicenda di Daniele De Rossi. Queste le sue parole a La Gazzetta dello Sport: “L’esonero di De Rossi ha provocato uno schock. Quello che era stato costruito con lui è andato perso. Juric ha chiesto cose diverse e il gruppo non ha ancora assorbito questo nuovo modo di giocare. La Roma non merita la classifica che ha, ma di certo non si vede ancora una squadra, al di là dei singoli. L’unico che ha fatto cose di alto livello è Dybala: con 3,4 passaggi in verticale ha messo in difficoltà l’Inter”.
Ha poi continuato Fabio Capello: “Serve sempre Dybala si impegni sempre come ha fatto domenica e che gli altri, quando lo sostituiscono, facciano qualcosa in più. Ma ribadisco a questa squadra manca qualcosa, per esempio un centrocampo che comandi. Questa è una squadra che va a sprazzi sulle giocate del’uno o dell’altro, non c’è armonia nel gioco”.