La scadenza si avvicina e Trigoria vive ore frenetiche. La Roma è immersa in una corsa contro il tempo per mettere ordine nei conti e rispettare i vincoli imposti dal settlement agreement siglato con la UEFA. Il club deve chiudere alcune operazioni in uscita entro fine giugno, pena il rischio concreto di sanzioni che potrebbero complicare ulteriormente il percorso europeo.
Il Fair Play incombe, servono ancora cessioni
Con le partenze già formalizzate di Paredes e Zalewski, il grosso del lavoro non è ancora stato completato. Le cifre incassate finora non bastano per soddisfare i criteri finanziari pattuiti con Nyon, e il nuovo direttore sportivo Frederic Massara è chiamato a chiudere almeno un’altra operazione significativa. In alternativa, potrebbero bastare due cessioni minori, ma servirà comunque tempestività , lucidità e capacità di trattativa nei prossimi giorni.
Pellegrini, un nome che non compare nella lista dei sacrificabili
Tra i nomi rimasti intoccabili – almeno per ora – spicca quello di Lorenzo Pellegrini. Capitano, simbolo, bandiera. Ma anche un punto interrogativo. Perché se è vero che il suo profilo non è stato messo ufficialmente sul mercato, è altrettanto vero che il suo futuro non è ancora stato tracciato con chiarezza.
Un infortunio lungo e ricorrente
A frenare ogni possibile sviluppo, in primis, è la condizione fisica. Pellegrini è ancora fermo per infortunio, e non si tratta di un semplice affaticamento. Il 15 maggio scorso, il centrocampista romano classe 1996 ha subito l’ennesima ricaduta al quadricipite femorale della coscia, un problema che negli ultimi anni è diventato purtroppo cronico.
Operazione necessaria, rientro dopo la sosta
Dopo essersi sottoposto a nuovi esami strumentali, Pellegrini ha deciso di operarsi, nella speranza di mettere finalmente la parola fine a un fastidio che lo accompagna da troppo tempo. La prognosi, comunicata poco dopo l’intervento, è stata di circa quattro mesi. Tempi che spingono il suo ritorno a dopo la prima sosta per le Nazionali, a campionato avviato, probabilmente intorno alla seconda metà di settembre.
Il contratto che divide: bandiera o occasione di mercato?
Dietro l’angolo, però, c’è un altro nodo che riguarda più l’economia che il pallone. Il contratto di Pellegrini con la Roma scade il 30 giugno 2026, ma già dalla prossima settimana – ovvero dall’1 luglio 2025 – entrerà ufficialmente nel suo ultimo anno. Un dettaglio che, in ottica mercato, cambia tutto.
Rinnovare oggi appare difficile, se non impossibile: da un lato c’è la volontà di contenere i costi, dall’altro un ingaggio importante e una condizione fisica che solleva più di un dubbio. Ma lasciarlo entrare in scadenza, senza monetizzare nulla, rappresenterebbe una perdita secca che la Roma, in questo momento, non può permettersi. Per questo motivo il club sta valutando se questa estate possa essere l’ultima occasione per cedere Pellegrini, evitando lo spettro del parametro zero nel 2026.
Le pretendenti bussano: chi vuole Pellegrini?
Il nome di Pellegrini non è passato inosservato, e negli ultimi tempi alcuni club hanno preso informazioni tramite il suo entourage, interessati sia alla situazione contrattuale che ai tempi di recupero. Il Napoli lo aveva sondato già a gennaio, il Milan segue con interesse gli sviluppi – soprattutto in caso di uscite – e ha un rapporto storico con il giocatore. Il Bologna, rinforzato e ambizioso, ha mosso passi cauti. Anche l’Inter, seppur con tempismo più remoto, aveva manifestato interesse.
Ma non è finita qui: dall’estero continuano ad arrivare segnali, su tutti dal Marsiglia, che più volte ha tentato di convincerlo negli anni passati, sempre ricevendo un cortese ma fermo rifiuto.
Pellegrini vuole Roma, ma la Roma cosa vuole?
E lui? Lorenzo Pellegrini non ha mai nascosto la sua priorità : restare alla Roma. Sta lavorando esclusivamente sul proprio recupero, con la consapevolezza che questa sarà una stagione chiave. Ha 29 anni, e sa bene che il prossimo sarà l’ultimo contratto importante della carriera. Non ha fretta di firmarlo, ma si aspetta che sia la Roma a volerlo blindare, non per riconoscenza, ma per meriti. Quei meriti che vuole dimostrare sul campo. Se però il club dovesse scegliere diversamente, sarà il mercato – e non i sentimenti – a dettare la rotta.