La sconfitta patita per 3-2 contro il Bologna è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso in casa Roma. I giallorossi hanno toccato il punto più basso di questo avvio di stagione e si trovano a soli 4 punti dalla zona retrocessione. Un tunnel che appare senza uscita, in un ambiente caotico. Alla vigilia di questa domenica, quella contro i felsinei sembrava poter diventare l’ultima spiaggia per Ivan Juric e così è stato.
Attraverso un comunicato sul loro sito web, i capitolini hanno ufficializzato l’esonero del tecnico croato. Queste sono state le parole utilizzate dal club: “Vogliamo ringraziare Ivan Juric per il duro lavoro svolto nelle ultime settimane. Ha gestito un ambiente difficile con il massimo della professionalità e di questo gli siamo grati. Gli auguriamo il meglio per il futuro. La ricerca del responsabile dell’area tecnica è già iniziata e verrà annunciato in questi giorni”. Il coach di Spalato lascia la Roma dopo soli due mesi, nei quali ha raccolto solo 4 vittorie in 12 partite tra Serie A ed Europa League.
Juric, è game over
Termina con la sconfitta per 3-2 contro il Bologna l’avventura di Juric, sulla panchina della Roma. L’allenatore ex Torino ha vissuto un’esperienza difficile in quel della Capitale, sotto ogni punto di vista. Si comincia dei risultati, che non sono mai realmente arrivati né in campionato né in campo internazionale. Sono stati solo 4 i successi raccolti, più nello specifico contro Venezia, Torino, Udinese e Dinamo Kiev. Troppo poco, se si considera che i Friedkin avevano scelto il tecnico 49enne per rimpiazzare Daniele De Rossi e dare una svolta alla stagione dei capitolini.
Al tempo stesso, però, Juric è vittima della mancanza di programmazione, di una società che si è sempre dimostrata assente. Già, perché anche nelle sconfitte e nelle debacle – come quella contro la Fiorentina per 5-1 – il coach di Spalato è stato solo ed indifeso, davanti alle telecamere ed i microfoni. Nell’arco di queste due settimane di pausa, la Roma dovrà necessariamente scovare sia un nuovo CEO che un nuovo allenatore, per raddrizzare una barca che appare sempre più vicina al suo definitivo naufragio.