Roma, l’incognita Soulé: “Bisogna fare un lavoro personalizzato”

Continua la stagione complicata per Soulé che non riesce a salire in cattedra con la maglia della Roma

Redazione Solo la Roma
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Soulé con la maglia della Roma

Continua la stagione complicata della Roma che, passo dopo passo, sta cercando di rialzarsi. La cura Ranieri, almeno per il momento, sta iniziando a dare i suoi frutti, ma la strada da fare è ancora lunga. La sfida contro il Braga ha visto una formazione convincente dove a fare scalpore è stata la prestazione di Lorenzo Pellegrini. Se da una parte, però, il capitano giallorosso sembrerebbe essersi scrollato di dosso ogni preoccupazione dall’altra, invece, c’è chi come Soulé non riesce a scacciare i fantasmi. L’argentino continua a non dare certezze e la domanda che tutti si fanno è quando si rivedrà il giocatore che ha incantato Frosinone.

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Le parole di Austini

A parlarne è stato il giornalista Alessandro Austini. Queste le sue parole a RadioManàManà: “Vale la pena provarci con Baldanzi perché p giovane e ha qualità. Si tratta di un investimento oneroso anche per Le Fée e quindi non bastano tre mesi per dire abbiamo sbagliato a comparare questo giocatore. Ci sono delle zone di campo affollate e altre invece completamente sguarnite. La Roma comunque cambierà ancora tantissimo in termini di rosa e parlo di calciatori a fine ciclo contrattuale. Soulé si pensava che avrebbe avuto più occasioni, più tempo e ha delle potenzialità superiori rispetto a Baldanzi. Ma l’argentino va allenato dal punto di vista tattico e non puoi permetterti di lasciarlo fuori a lungo e su di lui devi fare un lavoro personalizzato. Soulé è un giocatore che deve imparare a giocare di squadra perché oltre a Dybala è l’unico ad avere quell’estro, quell’inventiva che non ha nessuno”.

Ha poi continuato: “Il Braga ti ha lasciato dominare e non so quante altre squadre faranno così. Non bisogna farsi confondere da questa partita, ma allo stesso tempo non dobbiamo cancellare quanto di buono fatto. La partita di Soulé è stata meglio di altre, ma nella conclusione si è vista la mancanza di tranquillità e quindi il suo momento no. Quello si tratta di un problema psicologico, si deve sbloccare. Poi non è facile giocare all’Olimpico quando ti trovi in momenti così perché avverti il mormorio, la sfiducia”.

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