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Roma, l’eredità della maglia numero 11: da Taddei a Salah, oggi tocca a Evan Ferguson

Finalmente Evan Ferguson è il nuovo attaccante della Roma. Il numero scelto dal gigante irlandese è l'11, una maglia indossata da alcuni grandi del passato, come Taddei, Emerson e Salah. Una maglia che, ancora oggi, richiama alla mente dei tifosi giallorossi ricordi dolci e indelebili.

Marco Di Rosa
9 min di lettura

Evan Ferguson, il gigante dal sorriso buono sbarcato a Roma pochi giorni fa, è finalmente il nuovo attaccante di Gian Piero Gasperini. Forte di una struttura fisica imponente – 188 cm per 78kg – Ferguson ha già dimostrato a Brighton, soprattutto sotto la guida di Roberto De Zerbi, di saper reggere da solo il peso dell’attacco, di avere un’ottima mobilità offensiva, che gli permette di svariare liberamente su tutto il fronte d’attacco, e di sapere giocare con entrambi i piedi.

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Nelle prossime amichevoli estive, Gasperini avrà la possibilità di capire come schierare l’ariete irlandese, se come alternativa a Dovbyk o come compagno di reparto per aumentare il peso e la pericolosità delle manovre offensive. In ogni caso, una cosa è certa: le responsabilità che peseranno sulle spalle di Evan saranno molte. E non solo per i gol che dovrà segnare per meritarsi la fiducia e il rispetto di compagni e tifosi, o per un eventuale riscatto futuro, ma anche per il numero di maglia scelto, l’11, che a Roma è stato indossato e scolpito sulle spalle di alcuni grandi calciatori, ancora oggi indimenticati.

Amedeo Carboni, l’11 rimproverato da Mazzone

Forse molti ricordano Amedeo Carboni con simpatia grazie ad un aneddoto raccontato da lui stesso. Protagonisti: il terzino giallorosso, ovviamente, e l’allora tecnico romanista Carlo Mazzone. Durante una partita a Cagliari, Carletto, vedendo il suo difensore spingersi troppo in avanti, lo richiama a gran voce: “Amedè ma quante partita hai giocato in serie A?!“. “350 Mister!” la risposta secca del calciatore. E ancora l’allenatore: “E quanti gol hai segnato?“. Di nuovo Carboni: “4 Mister!“. E allora Mazzone, chiudendo la discussione con il suo inconfondibile stile: “Ecco allora vorrei proprio sapere dove c***o vai! Torna subito in difesa!“.

Risate a parte, Amedeo Carboni ha indossato la maglia della Roma per ben sette stagioni, riuscendo a vincere una Coppa Italia nella stagione 1990-1991, e ad ereditare la fascia di capitano dopo l’addio al calcio del Principe Giuseppe Giannini, non un capitano qualsiasi. Tutto questo con la maglia numero 11 sulle spalle, onorata partita dopo partita, come dovrebbe fare qualsiasi calciatore che si sente profondamente legato a questi colori.

Da Di Francesco al Puma Emerson: il centrocampo dice 11

Nelle tre stagioni dal 1997 al 2000, ad indossare il numero 11 sulle spalle è Eusebio Di Francesco, che lo fa brillare in tutto le zone del centrocampo. Nella sua ultima stagione alla Roma, quella del 2000-2001, destinata ad entrare nella storia grazie alla vittoria del terzo storico scudetto giallorosso, Eusebio la cede, con grande sportività, al nuovo arrivato: Emerson Ferreira Da Rosa. Soprannominato il Puma per la sua rapacità e per la sua grinta nel recuperare i palloni al centro del campo, Emerson arriva nella Capitale dal Gremio, ma l’inizio della sua avventura a Roma è più sfortunato che mai, perché un brutto infortunio al crociato non gli permette di essere protagonista nella prima metà della stagione.

Una volta rientrato dai box Emerson recupera il tempo perduto, imponendosi presto come il vero pilastro della mediana giallorossa. Con la Roma collezionerà 145 partite e 21 gol complessivi. Sempre con quel numero sulle spalle. L’idillio d’amore con il mondo romanista si concluderà con una discussa fuga verso Torino, destinazione Juventus. Eppure ancora oggi, quando un tifoso romanista ripensa ai calciatori più forti del passato, non può fare a meno di ricordare le sgroppate e la ferocia del Puma Emerson, accompagnato da quell’11 sulle spalle.

Rodrigo Taddei, nove anni di fedeltà con la 11 sulle spalle

Nell’estate del 2005 la maglia numero 11 viene eredita da un altro brasiliano, fortemente voluto da Luciano Spalletti: Rodrigo Taddei. Arrivato dal Siena tra lo scetticismo generale dei tifosi, Taddei – cresciuto in patria nel Palmeiras – diventa ben presto una pedina fondamentale nel calcio dell’allenatore di Certaldo, grazie alla sua corsa, al suo dribbling secco e alla sua tecnica sopra la media. Ma l’aspetto più importante è probabilmente un altro: Rodrigo si fa immediatamente amare dal tifo giallorosso per l’impegno sul campo, per la sua grinta, per la sua volontà di mettersi a disposizione dei compagni, ma soprattutto per la fedeltà totale ai colori della sua nuova squadra. La storia d’amore tra Taddei e la Roma durerà per nove anni, durante i quali il brasiliano e la squadra giallorossa si aggiudicheranno due Coppe Italia e una Super Coppa Italiana.

Rodrigo Taddei con la sciarpa della Roma allo Stadio Olimpico
Rodrigo Taddei, ex centrocampista della Roma, durante un evento allo Stadio Olimpico

Ma i momenti magici da ricordare non finiscono qui: come dimenticare quell’incredibile gol al Bernabeu contro il Real Madrid nel 2008, che regalò alla Roma di Totti e De Rossi i quarti di finale di Champions League. O il gol del momentaneo 0-1 giallorosso nel derby dell’undicesima – ancora l’11 che ritorna – vittoria consecutiva della squadra di Spalletti. Per non parlare del gol capolavoro di rovesciata contro il Cagliari all’Olimpico. Senza dimenticare, infine, la magia – sempre in Champions League – di quella finta da capogiro passata alla storia col nome di “Aurelio“. Con la maglia della Roma Taddei collezionerà 296 presenze e ben 30 gol. Le strade si separeranno – ma solo calcisticamente – nel 2014 con il suo passaggio al Perugia. Nel cuore di Taddei, però, l’amore nei confronti della Roma resterà intatto.

Momo Salah: il numero 11 più veloce di tutti

Estate 2015. Dalla Fiorentina, l’allora Direttore Sportivo Walter Sabatini, preleva un calciatore di proprietà del Chelsea: l’egiziano Mohamed Salah. Arrivato come giovane di prospettiva, Salah dimostra subito di avere qualità fuori dal comune: una velocità bruciante, dribbling fulmineo, che lascia spesso sul posto i difensori avversari, e un ottimo feeling con il gol. Nel tridente offensivo con Dzeko e Gervinho, o El Shaarawy, e nei brevi spezzoni di partita accanto ad un Totti ormai sul viale del tramonto, Momo – così viene soprannominato dai tifosi giallorossi – regala lampi di classe pura che fanno innamorare tutta la piazza romanista.

Salah ai tempi della Roma
Salah ai tempi della Roma

Un 11 devastante, veloce e letale. Nelle due stagioni con la Roma – peccato non averlo visto di più con la nostra maglia – le presenze saranno 83, impreziosite da 34 gol. Quella che sarebbe dovuta essere la sua terza stagione in giallorosso, quella del 2017-2018, si apre invece col suo passaggio al Liverpool per 40 milioni di euro, facendo così rimpiangere ai tifosi romanisti le sue eccezionali giocate.

L’eredità pesante della 11 sulle spalle di Evan Ferguson

Nella sua prima intervista in giallorosso Ferguson ha spiegato i motivi per cui ha scelto, con convinzione, la Roma: “Penso che quando un club importante come la Roma si interessa a te, sia difficile rifiutare. Il club è ricco di buoni giocatori e Dovbyk è uno di loro, spero che si possa creare una bella coppia.” Poi, parlando dei propri obiettivi personali, aggiunge: “Spero che faremo una bella stagione, mi fa piacere che si parli di me, voglio scendere in campo, giocare e segnare“.

E farlo con quella 11 sulle spalle avrà tutto un altro sapore, soprattutto per i tifosi della Roma, che potranno richiamare alla mente dolci ricordi.

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Sono Marco Di Rosa, diplomato al Liceo Classico e laureando in Storia Moderna e Contemporanea. Romano, ma soprattutto romanista da sempre. Raccontare la Roma non è soltanto un lavoro, ma un privilegio e una passione che spero di poter onorare al meglio, regalandovi, tifosi giallorossi, uno sguardo critico, profondo e sincero sulla nostra squadra. Perché dietro ogni cronaca, ogni analisi, c’è un cuore giallorosso che batte forte. Proprio come il vostro.
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