Il pareggio per 1-1 con la Juventus è passato in archivio e per la Roma è tempo di guardare avanti. I giallorossi hanno disputato una buona prova dal punto di vista tattico e dell’intensità, mettendo in cascina 1 punto importante. La squadra è rimasta sulla retta via e deve ora prepararsi in vista della prossima sfida, che risulterà determinante. Già, perché domenica 13 aprile alle 20:45 allo stadio Olimpico ci sarà la gara con la Lazio. Un derby estremamente delicato, per quanto concerne la rivalità cittadina e per la qualificazione alla prossima Champions League.
Uno dei giocatori che potrebbe incidere maggiormente nella stracittadina con i biancocelesti potrebbe essere Gianluca Mancini. Il centrale italiano ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di TV Play, nella quale si è soffermato su diversi punti dell’ambiente della Lupa: “Ranieri appena mi ha visto mi ha detto che da avversario mi odiava. Prendevo tanti cartellini, protestavo tanto ed ho avuto un’evoluzione, grazie all’aiuto di De Rossi. Anche con gli arbitri davo fastidio, ora è differente. Un collaboratore di mister Daniele mi disse che non mi sopportava, addirittura mi disse che mi avrebbe messo sotto una macchina. Una settimana dopo si scusò e che aveva sbagliato tutto su di me”.
Lo stesso Mancini ha poi proseguito sul suo ruolo in campo: “Fonseca mi mise centrocampista a causa di un’emergenza, ad oggi non ne sarei capace nonostante l’abbia fatto da piccolo. Ho ricoperto tante volte il ruolo di braccetto, agli occhi degli addetti ai lavori ora gioco solo lì. Con la difesa a 3 mi trovo a mio agio, ma sono sceso in campo anche a 4. Hummels mi sta aiutando tanto, a 36 anni gioca ancora a quei livelli, anch’io vorrei arrivare alla stessa età così. Il rosso a Bilbao per me non è tale, era giallo”.
Roma, Mancini: “Non ho preferenze per il nuovo allenatore”
Nel corso del suo intervento ai microfoni di TV Play, Gianluca Mancini ha poi parlato della situazione nuovo allenatore, in vista della prossima stagione: “Per me il tecnico è importante, cerco di dare il massimo per il mio mister, se mi dice di sbattere la testa sul muro lo faccio. Non ho preferenze sull’allenatore, ognuno di loro ha la sua idea. La Capitale è calorosa, passionale e vive di questo club tutti i giorni, la gente ti dà la carica. Svilar? Lui è molto forte, trasmette sicurezza. Il ruolo del portiere è cambiato negli anni”.