Si respirava un’aria nuova alla vigilia dell’estate, quella che avrebbe visto la Roma non condurre l’ennesima campagna acquisti al risparmio, fatta di soli prestiti pesanti ed occasioni last minute. E in effetti i Friedkin hanno speso più di 100 milioni per un mercato però flop al momento, in cui nessuno dei nuovi acquisti sta rendendo come sperato. Alla base c’è sicuramente tanta confusione nel come è stato gestito, visto che la direzione tracciata è stata modificata in corso d’opera, andando poi a tappare i buchi gli ultimi giorni o a mercato addirittura già chiuso.
È il caso della retroguardia giallorossa, pensata inizialmente a 4 per poi gettarsi su difensori svincolati come Hermoso ed Hummels: il primo sta manifestando qualche difficoltà ad adattarsi alla nuova realtà della capitale; il secondo ancora non si è visto in campo. E che il caso Danso non sia una scusa, posto che non era da ridursi all’ultima settimana. Che dire poi della questione esterni.
Bene la conferma di Angelino, ma Dahl come vice non è pronto. Inseguito Bellanova per tutto il mercato, si è ripiegato su Abdulhamid, generoso ma estremamente grezzo tatticamente e tecnicamente. Se in più si aggiunge l’esclusione di Zalewski… E poi c’è Soulé, che si porta il peso di 30 milioni spesi e tanti dubbi tattici, visto che la permanenza di Dybala lo chiude. La testa dell’argentino è annebbiata, così come incerto è il suo futuro alla Roma.
Centrocampo e attacco: luci e ombre da Koné e Dovbyk
A centrocampo è evidente come la vecchia guardia stia passando un momento nero: Paredes sembra andare ad un paio di marce inferiori a tutti gli altri, ed ha perso progressivamente il posto; Cristante e Pellegrini sono bersagliati pesantemente dalla tifoseria, e le prestazioni ne risentono. Sia lodato un Pisilli salito in cattedra, al quale però non si può chiedere la luna, mentre Koné resta un elemento di talento indiscusso che anxcora però non sta riuscendo a prendere in mano posto e squadra.
E in attacco? Luci e ombre da Dovbyk, che ha trovato la via del gol ma non è quel tipo di centravanti in grado di risolvere la partita da solo quando le cose vanno male. Roma che poi disponeva di un Abraham di certo non amatissimo ma comunque utile, posto che il solo Shomurodov sta dimostrando di non avere la stoffa per certi livelli, anche da vice.