Roma, il caso N’Dicka tra Coppa d’Africa, mercato e visione Gasperini: certezze poche, dubbi tanti

Con la Coppa d’Africa alle porte e il pressing delle esigenze di bilancio, N'Dicka è al bivio: restare al centro del progetto Roma o diventare una pedina sacrificabile.

Emanuele De Scisciolo
Emanuele De Scisciolo - Direttore Responsabile
4 min di lettura

Di una cosa possiamo essere certi: Evan N’Dicka non sarà sempre presente. Dopo una stagione vissuta praticamente da insostituibile, il difensore ivoriano dovrà rispondere alla chiamata della sua nazionale per la Coppa d’Africa, in programma dal 21 dicembre al 18 gennaio in Marocco. Il che significa che la Roma lo perderà in un periodo chiave, che potrebbe includere sfide contro Juventus e Atalanta. E se questo già complica le cose sul piano sportivo, i dubbi di mercato rendono lo scenario ancora più incerto.

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N’Dicka via? La Roma ha bisogno di vendere, e in fretta

La questione non è solo tecnica. È economica. La Roma, vincolata dal settlement agreement con la UEFA in scadenza a fine 2025, ha l’urgenza di generare plusvalenze. E N’Dicka, arrivato a parametro zero due anni fa, rappresenta una rara occasione di cassa pulita: qualsiasi cifra ottenuta sarebbe utile per rientrare nei paletti finanziari senza impatto negativo a bilancio.

Insieme a lui, i nomi più spendibili sul mercato sono Angeliño (che potrebbe finire in Arabia Saudita da Simone Inzaghi) e Manu Koné, ma l’ivoriano è quello che, a parità d’offerta, conviene cedere di più. Guadagna 4 milioni netti, ha un contratto fino al 2028, ma trovare un club europeo disposto ad accontentarlo non è scontato. Eppure, lui stesso ha aperto la porta a una partenza, dicendosi disponibile ad ascoltare proposte.

Gasperini lo tiene al centro… o lo sacrifica?

Sul piano tattico, l’arrivo di Gian Piero Gasperini impone una riflessione. N’Dicka ha vissuto una stagione di adattamento: da centrale nei tre con Juric, a centrosinistra con Ranieri, sacrificato prima per Hummels e poi per Mancini. Ora il nodo è: cosa farà Gasperini?

Gasperini
Gasperini

Chi conosce il suo calcio sa che il centrale puro deve saper guidare la linea ma anche impostare, mentre gli altri due devono saper accorciare, costruire, inserirsi. N’Dicka non è abituato a questo lavoro. E se il tecnico piemontese dovesse condividere la visione di Juric, potrebbe rimetterlo al centro, ma con un’incognita di fondo: può essere davvero il perno della nuova difesa romanista?

Coppa d’Africa e difesa corta: servono due rinforzi

Anche nell’ipotesi in cui restasse, la Roma dovrà rinforzarsi dietro. Gasperini gioca a tre, e per dormire tranquillo ne servono almeno cinque affidabili. Con Mancini titolare certo, Celik riserva adattata e Kumbulla di rientro dal prestito all’Espanyol, mancano all’appello almeno due pedine vere. Una di queste potrebbe arrivare dal mercato, l’altra – forse – da un investimento interno (Keramitsis?).

Ma se N’Dicka parte, la coperta si fa cortissima. E con la Coppa d’Africa nel mezzo, non c’è molto tempo per pensare. Solo per agire. Quello che oggi sembra un ragionamento tattico, domani potrebbe nascondere una decisione di bilancio. E in questo gioco di equilibri tra campo e conti, N’Dicka è al centro del tavolo. Se Gasperini deciderà di costruire attorno a lui, servirà fiducia e pazienza. Se invece lo riterrà sacrificabile, la Roma dovrà essere pronta a cogliere l’occasione giusta. Non tanto per liberarsene, ma per investire su chi potrà davvero interpretare al meglio il nuovo sistema difensivo giallorosso.

N’Dicka è un punto di domanda. E in una Roma che ha bisogno di punti fermi, il rischio è alto.
Non è più tempo di aspettare: né per i conti, né per la tattica, né per il progetto. Perché un nuovo ciclo si costruisce da dietro. Ma solo se dietro c’è chiarezza.

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Giornalista, fondatore e direttore responsabile di SoloLaRoma.it. Da sempre racconto la Roma con passione, rigore e uno sguardo critico ma costruttivo. Credo in un’informazione indipendente, fatta da chi vive la squadra giorno per giorno, e dedicata a chi della Roma ha fatto una fede.
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