Roma, non solo la caccia al CEO: Ghisolfi appeso ad un filo sottile

La Roma non sarebbe soltanto alla ricerca del prossimo CEO, ma starebbe anche riflettendo sul futuro del direttore tecnico Florent Ghisolfi

Redazione Solo la Roma
Redazione Solo la Roma - La Redazione
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La sconfitta patita per 3-2 contro il Bologna è passata in archivio e per la Roma prende il via una settimana delicata. La pausa per le Nazionali sarà un momento cruciale per i giallorossi, chiamati all’ennesima rivoluzione dopo un avvio di stagione che definire complicato è utilizzare un eufemismo. La debacle contro i felsinei ha portato la famiglia Friedkin ad esonerare Ivan Juric. Il coach di Spalato ha raccolto solo 4 vittorie in 12 gare da tecnico dei capitolini e dovrà essere sostituito, con un profilo in grado di rialzare una barca che sembra destinata ad affondare.

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Oltre al nuovo tecnico, però, la proprietà americana deve rifondare un organigramma societario sempre più caotico. Il ruolo di CEO è ancora vacante, con Lina Souloukou che non è stata ancora sostituita in due mesi. Oltre a questo, però, ci sarebbe anche da registrare la posizione del direttore tecnico sempre più appesa ad un filo sottile. Già, perché Florent Ghisolfi potrebbe salutare la Roma, pagando una serie di errori commessi sin dal suo arrivo lo scorso luglio.

Florent Ghisolfi, direttore sportivo della Roma
Florent Ghisolfi, direttore sportivo della Roma

Ghisolfi, un calciomercato sbagliato

Arrivato alla Roma a luglio 2024, Ghisolfi è stato il protagonista di un calciomercato sia sbagliato che incompleto. Gli investimenti sono stati molteplici e solo quello di Manu Koné, acquistato per 15 milioni di euro, sta pagando. Artem Dovbyk non sta convincendo gli addetti ai lavori e sta dimostrando di aver bisogno di adattarsi alle difese italiane. Enzo Le Fée non è mai riuscito realmente a prendere in mano le chiavi del centrocampo giallorosso. Matias Soulé non sembra essere quel talento visto lo scorso anno, con la maglia del Frosinone.

Ciò che potrebbe portare la Roma ad allontanare lo stesso Ghisolfi, però, potrebbero essere i colpi non effettuati, in determinate zone di campo. Le corsie esterne peccano di qualità ed alternative di livello, con i capitolini che a sinistra si possono affidare ai soli Nicola Zalewski e Stephan El Shaarawy. A destra, invece, non è mai stato acquistato un terzino in grado di scalzare Zeki Celik, che non ha mai realmente lasciato il segno sotto l’ombra del Colosseo. I Friedkin sono chiamati a riflettere sul futuro del dirigente francese, mai così in bilico.

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