Pellegrini con la maglia della Roma

Roma, Pellegrini: “Mai pensato di andare via, questa è casa mia”

In una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, Lorenzo Pellegrini si è raccontato parlando delle sue difficoltà ad inizio stagione e di come tenga a questa squadra

Redazione Solo la Roma
12 min di lettura

Il Capitano della Roma, Lorenzo Pellegrini, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha toccato tutti i temi più attuali riguardanti se stesso e la squadra. Queste le sue parole: “Sto bene, anche se era già qualche settimana che stavo bene. Nel senso che si è parlato forse anche un po’ troppo del mio umore. Era normale che fossi arrabbiato, le cose non stavano andando bene per tutti noi. E di questo ho parlato con il mister, anche se con lui non c’è neanche bisogno di parlare. Mi conosce bene, sotto alcuni aspetti ci assomigliamo e questo gli permette di capirmi. Lui è stato eccezionale, ha ridato a me, alla squadra e alla città quella serenità di cui avevamo bisogno”.

- Pubblicità -

Sul fatto che Ranieri spendesse belle parole senza poi farlo giocare: “Abbiamo sempre avuto un bel rapporto, quello di chi non si dice troppe cose ma.. Per esempio, la famosa chiacchierata prima della Lazio è durata in tutto due minuti. Poi ci siamo abbracciati. Era una cosa che sentivo, gli voglio bene, lo stimo come persona ancora prima che come allenatore. Qui ha rimesso a posto un po’ tutte le cose. Poi è normale che si possano incontrare delle difficoltà, ma con lui ora ci sembra tutto più giusto”.

Riguardo i tre gol in carriere segnati nel derby: “Il più bello dal punto di vista estetico è quello su punizione, forse anche il più bello della mia carriera. Li non ero sicuro di calciare, poi Mancini mi ha detto: ‘Lore, mettila’. E io l’ho messa.. La rete in questo derby e quella di tacco sono invece più importanti. Questo non c’è neanche bisogno di spiegare perché, ma anche il primo è arrivato dopo un periodo un po’ complicato. E da li siamo ripartiti”.

Pellegrini: “Dovrei scindere l’uomo dal calciatore”

Pellegrini ha poi spiegato il gesto del battersi il petto sullo stemma dopo il gol: “A volte mi sembra che la mia riservatezza, il mio essere silente venga un po’ travisato, come se la personalità sia solo far casino. Per me non è così, la personalità è essere se stessi. Era un gesto per dire che questa per me è una società speciale, è casa mia. Non ci sarà mai un giorno in cui Pellegrini darà qualcosa in meno per la Roma. Era solo questo. Al di la di ciò che si dice su di me e su altri compagni, chi ci conosce sa che veniamo a Trigoria per fare il bene della Roma: che sia giocare, andare in panchina, anche lavorare per ritrovare il sorriso e poi rigiocare. L’impegno è sempre massimo, perché per me questa è una maglia molto speciale”.

Sull’aver trasformato i fischi in applausi: “Di questo sono contento, ho vissuto un momento difficile. Se un tifoso ti fischia perché gioco male ci sta, ma se succede ad inizio partita perché qualcuno crede che io abbia fatto cose che non ho fatto, questo un po’ mi dispiace. Ma va bene uguale, vado avanti lo stesso. Quando Ranieri è arrivato non ero triste ma arrabbiato, perché le cose non stavano andando bene. E siccome io alla Roma ci tengo, quella situazione mi faceva male. E come quando torni in famiglia e capisci che qualcosa non va”.

Riguardo il suo carattere: “Se le cose non vanno per il verso giusto ci sto male. Sono uno molto autocritico e sempre pronto a chiedere a me stesso cosa posso fare in più per gli altri. A volte però dovrei scindere l’uomo dal calciatore. Il calciatore dovrebbe sempre giocare con leggerezza, l’uomo non ci riesce. E aver un altro carattere mi avrebbe aiutato. Io non sono uno che riesce ad esternare ciò che è con tutti, quando ci tiene a una cosa. Ma sono uno leale. E se dico che ci tengo alla Roma, è così. Altrimenti non lo direi”.

Pellegrini: “De Rossi farà una carriera meravigliosa”

Sulla mancata partecipazione agli Europei del 2021: “Non mi sono mai pentito. Io penso sempre molto a ciò che faccio e quando torno a casa e mi lavo i denti devo essere contento di chi sono. Quella fu una non scelta, non ho mai messo in dubbio di non giocare quel derby. Quell’anno non eravamo riusciti a vincere contro le squadre che ci stavano sopra. Quella era un’opportunità, non un problema. Mi sono preso le mie responsabilità, per me era importante giocare quel derby e vincerlo. E ci siamo riusciti”.

Pellegrini si è anche espresso sulla possibilità di superare De Rossi nella classifica marcatori giallorossa: “Per il rapporto che abbiamo con Daniele non si arrabbierebbe se lo superassi. Quando venne qui il primo giorno mi chiese di parlargli della situazione e mi disse: ‘Qualsiasi cosa succeda, sappi che ti voglio un bene dell’anima. Ma voglio più bene a me stesso, alla famiglia e alla Roma’. Ho apprezzato, lui è uno trasparente, ti dice sempre la verità. Ho avuto la fortuna di essere allenato da grandissimi allenatori, ma lui non me l’aspettavo così pronto. Invece è stato fantastico, per me farà una carriera meravigliosa: è un uomo top, una persona ambiziosa, ha la capacità di non guardare in faccia a nessuno e ha idee di calcio. Per me già adesso è un grandissimo allenatore“.

Sulla possibilità di continuare il cammino nelle coppe: “Con Ranieri abbiamo ritrovato la via, siamo più positivi guardando al futuro. Ora dobbiamo solo lavorare e pensare gara per gara, mettendoci l’elmetto, come dice il mister. Con lui siamo più agguerriti, ci trasmette la voglia di dare tutto. Mi piacerebbe da morire riprenderci ciò che ci è stato tolto a Budapest. Di certo lotteremo fino alla fine per provarci”.

Pellegrini: “Le due coppe il momento più bello e più brutto”

Riguardo il momento più bello e più brutto con la Roma: Facile, le due coppe. La Conference è storia, rimarrà li per sempre. Era un sogno, anche con la mia famiglia, che è tutta romanista. Difficilmente penso che rivivrò un’emozione così: era il primo trofeo, da capitano, una gioca che non sarebbe raggiungibile neanche con altri trofei perché quello era il primo. Il più brutto Budapest. A inizio partita guardavo i miei compagni e vedevo che stavamo bene. Abbiamo fatto 35 minuti fantastici, li mi dicevo: ‘Segniamone un altro che ne facciamo tre’. Eravamo perfetti. Poi abbiamo visto tutti cosa è successo”.

Sul peso della fascia: “Assolutamente no. Giocare, segnare e ritrovarsi con se stessi e con la piazza a volte è stato complicato. Ma come ho detto, sono uno che si è sempre preso le sue responsabilità, sia nei momenti belli sia in quelli brutti. Per me la fascia è sempre stata un vanto, un orgoglio, una responsabilità che dura tutta la settimana, non solo la domenica. Ecco, a volte forse sono più bravo ad aiutare gli altri che me stesso. Cerco sempre di essere importante per i miei compagni, di aiutarli nelle difficoltà”. Su Hummels: “Andai a parlargli dopo Bruxelles, dove giocò Cristante difensore centrale. Mi dispiaceva vederlo giù, gli dissi solo: ‘Mats, per qualsiasi cosa io ci sono. Lui è un ragazzo eccezionale e si è sempre comportato da campione qual è. Era giusto stargli vicino”.

Pellegrini ha parlato poi dell’ultima esclusione di Spalletti dalla Nazionale: “Con il mister ho un rapporto umano. Ho capito quando non mi ha chiamato, sono uno obiettivo. Ci sta, si va avanti. Ma lui mi ha sempre fatto sentire dentro, rendendomi partecipe del progetto. Spalletti è un allenatore che ti migliora come giocatore e io sono contento di poterlo fare. Quando non giocavo mi ha detto di insistere, lavorare. E per me è importante farlo: allenarsi bene è un’opportunità, perché poi sai che quando il mister ti da un’occasione puoi dimostrare di esserci. Cosa che è successa”.

Pellegrini: “Invertire la rotta con il Bologna”

Domani la Roma affronterà il Bologna, questo il pensiero di Pellegrini: Si va per vincere, è il momento di invertire la rotta. È inaccettabile che una squadra come la Roma non vinca fuori casa da così tanto tempo, 16 partite sono quasi un campionato intero. Ovvio che giocare all’Olimpico ci da una carica diversa. Ma ora dobbiamo dimostrare personalità anche lontano dai nostri tifosi. In questi mesi è stato difficile anche per i Friedkin. Ma ogni volta che abbiamo modo di parlarci lo facciamo sempre per un qualcosa riferito alla Roma, per il bene del club. È importante avere una presidenza che ci tenga davvero. Perché la Roma non è un club come gli altri. Se ti compri la Roma, ti compri tutta Roma”.

Riguardo il pensare di andare via: No, mai. Di momenti duri ne ho vissuti tanti, ma anche di meravigliosi. Ma non sono uno che scappa. Credo che davanti alle difficoltà uno di debba assumere le sue responsabilità. Ed è quello che il mister mi ha letto negli occhi prima del derby. Qui un momento normale diventa bello, uno bello diventa meraviglioso e uno negativo diventa un disastro. Roma è questa, vive di passione. E io questa passione qui me la vivo al cento per cento”.

Pellegrini ha concluso parlano del possibile arrivo di Montella nella prossima stagione: “Sarebbe curioso, da piccolo facevo l’attaccante ed esultavo come lui, poi me lo sono ritrovato come allenatore nelle giovanili. Lo stimo tanto. Ma su queste cose non metto mai bocca, non decido io. Al contrario di ciò che si è detto in passato”.

Link Utili

SI PARLA DI:
Condividi questo articolo
Lascia un commento