Claudio Ranieri è la salvezza e il rimpianto della Roma. Con la vittoria di ieri contro il Como, il tecnico romano ha conquistato 30 punti in 15 partite, mantenendo una media di due punti a gara. Solo Inzaghi, Conte e Gasperini vantano numeri migliori. Intanto, i giallorossi proseguono la scalata verso le posizioni di vertice, anche se questa volta il successo è arrivato al termine di una partita estremamente complicata.
Il Como di Fabregas ha dimostrato di saper mettere in difficoltà tutte le big del campionato, e la Roma non ha fatto eccezione. Dopo un primo tempo chiuso in svantaggio, la squadra di Ranieri ha saputo cambiare marcia nella ripresa, grazie anche ai cambi dalla panchina. Non è un caso che a siglare i due gol siano stati Alexis Saelemaekers e Artem Dovbyk, protagonisti di una vittoria pesante sia per la classifica che per il morale.
L’analisi del primo tempo: Como aggressivo e Roma in difficoltà
Ranieri aveva avvertito tutti: guai a pensare già all’Athletic. In campo, dunque, è scesa la miglior Roma possibile, con Svilar tra i pali, Celik e Ndicka in difesa ai lati di Mancini (con Hummels in panchina), Koné e Paredes in mediana, Angelino a sinistra e Soulé a destra, preferito a un Saelemaekers non al top. Davanti, Pellegrini e Dybala a supporto di Shomurodov, con Dovbyk appena recuperato e inizialmente in panchina. Fabregas ha risposto con un 4-3-2-1 spregiudicato, schierando Strefezza, Nico Paz e Diao nel tridente offensivo, con Caqueret, Perrone e Da Cunha a centrocampo.
La Roma è apparsa poco brillante nel primo tempo, anche a causa dell’ottima preparazione tattica del Como e della forma non ottimale di alcuni giocatori. Il Como ha iniziato pressando alto i giallorossi, nel tentativo di recuperare subito il pallone. Caqueret era il centrocampista incaricato ad alzarsi sia in fase di pressione che di possesso, con Perrone e Da Cunha più bassi. Strefezza, invece, seguiva a uomo Angelino, con Diao che ha fatto altrettanto sull’out opposto con Soulé, cercando di sfruttare le carenze a livello difensivo dell’argentino.
In fase di costruzione, la Roma ha faticato a creare gioco sul pressing dei lariani. Paredes ha dovuto abbassarsi per ricevere il pallone, ma i giallorossi non sono riusciti trovare soluzioni efficaci per far progredire velocemente il pallone. Shomurodov, in difficoltà, non ha tenuto palloni e non è riuscito ad attaccare la profondità, limitando anche lo spazio per Dybala.
Il Como ha sfruttato un gioco dinamico, alternando interscambi tra attaccanti esterni e terzini, con inserimenti centrali delle mezzali. La Roma ha tentato di rispondere al pressing con marcature individuali, ma gli uomini di Fabregas sono riusciti a trovare soluzioni per eluderlo, obbligando spesso i giallorossi a correre all’indietro.
Lo stallo tattico ha prodotto uno stallo tecnico, con poche occasioni nei primi 45 minuti di gioco. I giallorossi ci hanno provato con un tiro di destro di Dybala, bloccato facilmente da Butez. Sul tramonto della prima frazione, il Como, che ha avuto una maggiore supremazia territoriale (58% a 42%), ha trovato il vantaggio, con una Roma troppo sbilanciata in avanti.
Su un fallo laterale guadagnato dal Como, Celik ha perso il duello fisico con Da Cunha, Mancini si è trovato a dover rincorrere mentre Ndicka accorciava su Nico Paz, aprendo uno spazio sfruttato alla perfezione da Perrone per servire Da Cunha, che ha battuto Svilar.
L’analisi del secondo tempo: la svolta grazie ai cambi
All’intervallo, Ranieri ha effettuato subito due sostituzioni decisive: El Shaarawy e Dovbyk hanno preso il posto degli opachi Pellegrini e Shomurodov, con il passaggio a un più offensivo 4-4-2 con Soulé e il Faraone esterni di centrocampo. Il Como ha risposto abbassando il baricentro, cercando la profondità solo in situazioni evidenti.
Al 56′, Fabregas ha adattato il suo schieramento a uno speculare 4-4-2, togliendo Smolcic (che aveva rischiato l’espulsione per doppio giallo pochi istanti prima) e Caqueret per Cutrone e Vojvoda, mentre sul fronte opposto facevano il loro ingresso in campo Cristante e Saelemaekers per Soulé e Koné.
I cambi hanno svoltato la partita. Al 61′, la Roma ha costruito una splendida azione sulla destra con Celik, Saelemaekers e Dybala: il difensore turco ha trovato in area il belga, che con una finta ha mandato fuori tempo Valle prima di concludere a rete. Decisiva anche la deviazione di Goldaniga, che ha spiazzato Butez.
Pochi minuti dopo, Kempf ha fermato fallosamente Dybala, ricevendo il secondo giallo e lasciando il Como in inferiorità numerica. Ranieri ha quindi inserito Rensch per Celik, fermato da un problema muscolare, e proprio l’olandese è stato protagonista del gol vittoria: lungo lancio di Cristante per Rensch, che ha servito al volo Dovbyk per il 2-1.
Nonostante l’inferiorità numerica, il Como non ha rinunciato a giocare e ha sfiorato il pareggio con Vojvoda, il cui tiro si è stampato sul palo. La Roma, invece, ha sprecato due buone occasioni con El Shaarawy e Dovbyk, ma alla fine ha portato a casa tre punti fondamentali.
Atteggiamento da big e profondità della rosa
Come all’andata, il Como si è rivelato un avversario ostico, ma questa volta la Roma ha saputo imporsi. Dopo un primo tempo difficile, i giallorossi hanno preso il controllo della partita, mostrando maturità e determinazione. Rispetto alla gara di andata, dove erano stati in balia della squadra di Fabregas, stavolta si sono comportati da vera big.
Ancora una volta, i cambi hanno fatto la differenza. Saelemaekers è entrato e ha segnato, mentre il 2-1 è nato da una splendida combinazione tra Cristante, Rensch e Dovbyk. Proprio il ritorno al gol dell’ucraino è un’ottima notizia: con 14 reti stagionali (9 in campionato), Dovbyk ha già portato alla Roma 16 punti. Shomurodov è stato utile alla causa nell’ultimo periodo, ma l’ex Girona ha dimostrato di essere imprescindibile.
Tuttavia, permangono alcune criticità. La Roma ha cercato di rispondere alla pressione del Como con una difesa alta e marcature individuali, ma Mancini a fine partita ha ammesso che la squadra non si sente sempre a proprio agio con questa strategia. Il gol subito è nato proprio da una lettura sbagliata di questa situazione dal difensore, un aspetto su cui Ranieri dovrà lavorare in vista dei prossimi impegni.
Obiettivo Europa League
Il calendario recente è stato favorevole alla Roma, ma il merito della striscia positiva va alla squadra. L’obiettivo è continuare su questa strada: le prossime sfide contro Empoli, Cagliari e Lecce saranno decisive per consolidare la posizione in campionato. Ora, però, la testa è già rivolta all’andata degli ottavi di finale di Europa League contro l’Athletic Club, un match in cui i giallorossi vogliono dimostrare di poter competere anche in Europa.