Roma, Rizzitelli: “Adesso c’è speranza, bisogna risalire prima del giro di boa”

L'ex attaccante della Roma, Ruggiero Rizzitelli, si è espresso sul momento giallorosso e sulla necessità di uscire dalla zona critica della classifica

Redazione Solo la Roma
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Rizzitelli ai tempi della Roma

Lasciatosi alle spalle il trittico con Napoli, Tottenham ed Atalanta, la Roma dovrà ripartire e tornare a vincere per risalire in classifica. In un’intervista a Il Tempo, l’ex attaccante giallorosso Ruggiero Rizzitelli, ha parlato della situazione dei capitolini: “Ranieri si è preso una patata bollente. È arrivato in un momento in cui la Roma ha affrontato le tre partite più difficili fino ad ora. Con la Dea è stata una bella partita, sfortunata negli episodi. Nel primo tempo la Roma se l’è giocata a viso aperto e poteva passare in vantaggio con Dovbyk, ma l’autogol di Celik ha tagliato le gambe”.

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Rizzitelli ha poi continuato: Adesso vedo una Roma che si gioca le partite. Certo, è meglio vincere, però in questo momento c’è speranza. Non è più la squadra che sta in difesa a subire. Poi è normale che quando guardi la classifica ti vengano i brividi. Il momento peggiore è passato, un po’ di entusiasmo da parte della squadra c’è, e adesso ci si aspettano alcune partite abbordabili, anche se giocare con squadre che devono lottare per salvarsi non è mai facile.

Rizzitelli: “A Dovbyk manca cattiveria”

Riguardo invece il periodo difficile che sta attraversando Dovbyk: Sposo le parole di Ranieri: gli manca un po’ di cattiveria. Deve maturare sulla gestione del pallone. Non è mai coinvolto nel gioco di squadra e quindi si avvilisce, ma è lui a dover reagire. Quando non ti danno la palla o non vieni servito a dovere, devi muoverti di più, partecipare, aiutare la squadra. Poi ci sono momenti in cui non fai gol o non ti dice bene, ma quando sputi sangue la gente lo capisce ed è contenta. Purtroppo non ha la cattiveria, un fattore fondamentale in questo campionato“.

Rizzitelli ha poi concluso analizzando la posizione in classifica della Roma: “Se sei li, è perché te lo meriti. Il problema è che questa squadra non è abituata a lottare. Quindi prima ti tiri fuori e meglio è, perché se al giro di boa la Roma dovesse trovarsi ancora in quelle condizioni, allora rischierebbe davvero. Chi è abituato sa come fare, mentre è più difficile dire a giocatori di spessore di lottare con il coltello tra i denti, non sono capaci. Per quelli bisogna uscirne il prima possibile, perché dopo diventa veramente complicato”.

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