In un’intervista rilasciata a Viva El Futbol, il podcast di Adani, Cassano e Ventola, Francesco Totti ha parlato di diversi temi, a cominciare da quanto accaduto con Moratti, passando per il possibile prossimo allenatore della Roma, fino poi al termine della carriera. Queste le sue parole: “Moratti è un signore, un numero uno, ma le sue dichiarazioni non mi sono piaciute. Sensi non mi ha mai voluto vendere, non sentiva ragioni, si è sempre impuntato. Quindi, in caso, era il contrario: Moratti e l’Inter mi volevano, ma per i Sensi io sono sempre stato incedibile. E questo va detto. Per lui non c’era discussione, così come per me: rimanere a Roma. Questa è la verità”.
Riguardo la situazione in casa Roma e sul possibile nuovo tecnico: “Per vincere lo scudetto a Roma servono grandi allenatori, ma soprattutto grandi giocatori. Serve qualcosa in più rispetto a quello che vedo, oggi la Roma merita il quinto sesto posto, non di più. Ci sono squadre più forti in questo momento. Alla Roma serve Ancelotti, ma tanto non viene. E se venisse: qual è la squadra? Perché con questa non vengo, mi deve cambiare la spina dorsale. Se io dovesse essere il direttore tecnico proverei a convincere lui. E se alzo il telefono io è diverso rispetto ad altri”.
E ancora: “Gasperini è un buon allenatore ma non mi fa impazzire. Io non riuscirei mai a giocare con il suo modo a tutto campo. De Zerbi invece mi piace moltissimo, ma a Roma sarebbe un punto interrogativo. A Roma si sono abituati ad allenatori medi. Mourinho? Uno dei più forti al mondo anche se tu pensi il contrato (rivolto a Cassano ndr). Sei il classico tifoso che vuole vedere giocare bene e non vuoi vincere niente. Io sono l’opposto di te. Lui, Allegri o Ancelotti non fanno un gran gioco ma sanno mettere i giocatori in campo. E vincono, conta il risultato. A Roma Mourinho ha giocato due finali europee, che gli vuoi dire?”.
Totti: “Dybala il più forte in Serie A”
Totti è poi tornato a parlare del suo rifiuto al Real Madrid: “Nel 2004 mi avrebbero dato una vagonata di soldi, dopo l’Europeo in Belgio per nove anni ho sempre avuto tante richieste. Se avessi scelto un’altra squadra sarebbe stato più facile vincere un Pallone d’Oro, ma quello che mi ha dato la Roma non me l’avrebbe dato nessuna città. Sono diventato Totti grazie a questo percorso, altrimenti ero uno dei tanti. Non era semplice rimanere qui, ne ho visti di giocatori scarsi passare vicino a me. Tommasi? No, no lui era buono”.
L’ex numero 10 giallorosso si è poi espresso su Paulo Dybala: “Il giocatore che più mi somiglia oggi, fatico a trovarne altri in Serie A. Paulo è un talento vero, non solo in Italia. Ai tempi miei ce n’erano tanti, oggi come lui ce ne sono cinque o sei al mondo. Uno di questi è Yamal. Dybala ora sta bene, non fa fatica e non si ferma. In Serie A è il più forte, ma ce ne sono troppo pochi in Italia. Nel Brescia una volta giocavano Guardiola e Baggio, oggi nemmeno i nomi si conoscono“.
Totti: “A gennaio mi ha cercato una squadra di Serie A”
Riguardo la fine della carriera: “La società mi chiese se volevo restare, io dissi che sarei rimasto gratis e che stavo bene. Sapevo di poter continuare. Non avrei mai preteso di essere titolare, per me la Roma veniva prima di tutto. A tre giornate dalla fine mi dicono che devo smettere e che quello sarebbe stato il mio ultimo derby, in quel momento ho rosicato per i modi. L’ultimo anno con Spalletti è stato difficile, ma nel calcio capita. Il mio ritorno? Non ho mai pensato di giocare con un’altra squadra, non avrebbe avuto senso. Solo io e Maldini abbiamo giocato 25 anni con la stessa squadra. Pensate che Messi in venticinque anni alla Roma con Frau, Cesar Gomez e Pivotto avrebbe vinto tutti questi Palloni d’Oro”.
Totti ha poi concluso: “Cerco di trovare qualche giovane forte e di farlo crescere bene, ma non faccio il procuratore. Se poi qualcuno dovesse cercarmi valuterò, posso prendere in considerazione anche la Nazionale. In un’altra squadra no, tornerei solo a Roma. C’è solo la Roma per me. Io come Maldini? Mi piacerebbe, vorrei un ruolo importante. Vorrei dare un contributo, saprei quali giocatori scegliere. A gennaio davvero mi ha cercato una squadra in Italia di Serie A, non scherzo. Stavo bene, ma non volevo cambiare città. Quale era la squadra? Dico solo che avrei dovuto vivere vicino a Cassano. E quindi a Genova“.