La Roma esce ancora una volta troppo presto dalla Coppa Italia, sconfitta da un Milan solido e ben organizzato. I rossoneri, rinforzati dai nuovi acquisti, si sono dimostrati superiori sotto ogni aspetto, approfittando anche dell’atteggiamento inizialmente rinunciatario dei giallorossi. Il risultato è un’eliminazione ai quarti di finale, la sesta nelle ultime otto stagioni, che lascia un senso di amarezza per una competizione che un tempo vedeva la Roma protagonista indiscussa.
L’ultimo trionfo risale ormai al 2008, un lontano ricordo. Ora resta solo l’Europa League come possibilità per riscattare una stagione finora deludente. Tra una settimana ci sarà il primo ostacolo contro il Porto, ma intanto il campionato impone l’urgenza di risalire posizioni per restituire dignità a un’annata complicata. Dopo la doppietta dell’ex Tammy Abraham nel primo tempo, non è bastato alla Roma il gol di Dovbyk a inizio ripresa, con Conceicao che ha poi chiuso la partita grazie all’asse Gimenez-Joao Felix.
L’analisi del primo tempo
Ranieri non se l’è sentita di dare continuità alla difesa a 4, optando per il ritorno al 3-5-2. Celik ha sostiuito lo squalificato Mancini nel terzetto davanti a Svilar con Hummels e Ndicka, mentre Saelemaekers e Angelino sono stati i laterali. In mezzo al campo, c’era Pisilli con Koné e Paredes, mentre in attacco è stata sorprendentemente data fiducia a Shomurodov al fianco di Dybala. Conceicao ha dato continuità al 4-2-3-1, con Maignan tra i pali, Walker, Tomori, Pavlovic e Theo Hernandez in difesa. Linea mediana con Musah e Fofana, mentre Jimenez ha preso il posto di Leao nella trequarti offensiva alle spalle di Abraham con Pulisic e Reijnders.
Nel primo tempo, la Roma ha iniziato in modo troppo prudente nei primi 20 minuti, temendo forse i contropiedi del Milan. La squadra di Ranieri si è rintanata in un blocco basso, che ha permesso ai rossoneri di muovere palla velocemente a due tocchi, con Reijnders a legare il gioco tra le linee e le continue sovrapposizioni dei terzini sugli esterni. I rossoneri hanno tenuto un baricentro molto alto che ha lasciato spazio a ripartenze, ma i giallorossi sono finiti ad avere un recupero palla molto basso e risalire il campo non era semplice.
A comandare la partita è stato il Milan, che alla prima vera occasione ha trovato il vantaggio: tiro fuori area di Reijnders respinto lateralmente da Svilar, con Theo rapido ad arrivare prima di tutti e a rimettere in area un cross morbido perfettamente impattato da Abraham di testa, per il classico gol dell’ex. A questo punto, la Roma ha provato a cambiare l’inerzia della gara, con Koné che ha iniziato ad entrare dentro al campo per accorciare le distanze con i due attaccanti, obbligando i rossoneri a correre all’indietro.
I giallorossi hanno iniziato a spingere con più convinzione negli ultimi 30 metri di campi, ma è mancata precisione sottoporta. Al 23′ un bel tiro di Shomurodov su assist di Dybala è stato mandato in calcio d’angolo da Maignan, a 30′ Pisilli ha preso la traversa di testa su un bel cross di Angelino, un minuto più tardi Dybala ha impegnato il portiere francese con un bel diagonale di sinistro. La Roma ha una produzione offensiva superiore, ma nel suo momento migliore arriva il raddoppio del Milan: errore di Pisilli in transizione, Hummels ha sbagliato la direzione del suo tentativo di intervento e Celik ha tenuto in gioco Abraham, che servito da Theo Hernandez ha insaccato la doppietta personale.
L’analisi del secondo tempo
La Roma si è ritrovata ingiustamente sotto di due reti all’intervallo e Ranieri ha provato a cambiare le sorti della partita, passando a 4 dietro, inserendo Dovbyk, Rensch e Pellegrini al posto di Shomurodov, Paredes e Celik, per un 4-4-2 con il capitano e Saelemaekers esterni davanti a Rensch e Angelino. La risposta è stata immediata, con una bella manovra corale culminata da un filtrante di Pisilli per Angelino, su cui cross deviato è arrivato Dovbyk (13° gol stagionale), che ha accorciato le distanze.
Conceicao ha reagito inserendo Gimenez e Joao Felix per Abraham e Pulisic, e successivamente Leao. Negli spazi aperti i rossoneri sono stati micidiali e, sull’ennesima palla persa in uscita della gara, è arrivato il gol che ha chiuso la partita: linea difensiva giallorossa troppo alta, Hummels è uscito in anticipo su Gimenez e Rench ha tenuto in gioco Joao Felix, che con un tocco morbido ha siglato il definitivo 3-1.
La Roma ha avuto anche l’occasione per riaprirla, ma l’autogol di Reijnders è stato annullato dal Var per fuorigioco di Dovbyk ad inizio azione. La partita è virtualmente finita in quel momento e i cambi di Ranieri (Nelsson per Hummels ed El Shaarawy per Saelemaekers) non hanno avuto nessun impatto nel finale.
Atteggiamento prudente, male Ranieri: si salva Angelino
Rispetto alle ultime uscite, sono molte di più le note negative rispetto a quelle positive. La Roma ha pagato l’approccio troppo difensivo iniziale, rinunciando a costruire gioco per paura di subire, ma alla fine è arrivato comunque lo svantaggio. Quando ha alzato il ritmo di gioco ha avuto diverse occasione, a conferma del fatto che la qualità dei giocatori potrebbe consentire strategie più ambiziose anche lontane dallo stadio Olimpico.
Sotto accusa anche le scelte di mister Ranieri, a maggior ragione dopo il turnover effettuato domenica scorsa contro il Napoli. In primis, quella di lasciare ancora fuori Dovbyk per Shomurodov, sul piede di partenza per tutto il mese di gennaio e rimasto per mancanza di alternative valide sul mercato. Ha sorpreso anche la mossa di schierare Pisilli dall’inizio, in un periodo in cui non si sta esprimendo ai massimi livelli, così come quella di rinunciare a Paredes nel secondo tempo, unico giocatore in grado di dare geometrie e verticalità alla squadra.
Da rivedere anche la fase difensiva, con due dei tre gol presi che arrivano da letture errate su fuorigioco (prima di Celik, poi di Rensch). A livello di singoli, è stata una serataccia per Hummels, mentre a salvarsi è il solito Angelino. L’esterno spagnolo è stato una spina nel fianco nella retroguardia rossonera e dal suo piede mancino sono partite tutte le occasioni pericolose dei giallorossi. Primo gol ad una big per Dovbyk, che alla prima occasione utile ha dimostrato perché deve essere un elemento imprescindibile per la Roma.
Europa League ultima chance
La Coppa Italia è sfumata, ma la stagione non è ancora compromessa completamente. L’Europa League rimane l’ultima occasione per salvare l’annata e l’esame Porto sarà il primo passo verso un possibile riscatto. Ranieri e la squadra dovranno ritrovare grinta e lucidità per non concludere la stagione senza alcuna soddisfazione.