Sabatini attacca la Roma: “È una situazione penosa”

Dall'assenza della proprietà al comportamento dei giocatori nel match contro la Fiorentina, l'ex direttore sportivo ha analizzato l'attuale situazione dei giallorossi

Redazione Solo la Roma
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Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Roma

La Roma non vede la luce in fondo al tunnel. All’indomani della pesante sconfitta contro la Fiorentina per 5-1, Walter Sabatini, ex ds dei giallorossi, ha attaccato la proprietà del club ai microfoni di La Presse: “Parlare oggi della Roma diventa dura. Sono molto dispiaciuto per i tifosi, sono stati trattati in maniera discriminatoria. Non esiste che una proprietà non parli con il proprio pubblico, è tutto consequenziale. Sembra veramente una squadra abbandonata al suo destino. È una situazione penosa“.

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Su un suo possibile ritorno alla Roma: “Ovvio che ci tornerei ma nessuno mi cercherà mai, non questa proprietà certamente. Quindi è un problema che non si pone minimamente. Nella Roma deve cambiare il modo di pensare al calcio, va pensato con tratti di umanità, intelletto. Il calcio è uno sport stupido per persone intelligenti, va ridisegnato e rivisitato il rapporto della proprietà con questa città, e con il lavoro che stanno facendo“.

Sabatini: “Non credo che i giocatori abbiano giocato contro Juric”

Contro la Fiorentina, Juric è addirittura arrivato a uno scontro con i giocatori. Sabatini ha così analizzato la questione: “Non credo che i giocatori abbiano giocato contro Juric. Hanno semplicemente giocato malissimo. Io per tanti anni di calcio non ho mai visto un giocatore giocare contro il proprio allenatore. Posso capire un giocatore che non si uccide per il proprio tecnico ma qualcuno che ci gioca contro non ci credo. Ho visto solo una prestazione imbarazzante“.

L’ex ds ha poi aggiunto: “Serve pensare al calcio in maniera più generosa, più bella, più aperta, arrivo a dire più sorridente. Il calcio è un beneficio per tutti, basta pensare alla partita di ieri tra Juventus e Inter per capire che il calcio è un cemento che tiene insieme la gente. Gioiosamente. Il calcio è un divertimento e non può essere mai considerato un sacrificio. Il mio riferimento è alla società. La proprietà deve apparire, c’è l’impressione che ci sia una solitudine assoluta nella Roma, basta che appaiano i dirigenti e i proprietari e parlare nello spogliatoio, o che mettano qualcuno. Mettessero una persona. La Roma ha perso l’anima, e su questo non ci sono dubbi“.

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