Sabatini su Luis Enrique: “Roma non lo ha trattato decorosamente”

Un habitué Walter Sabatini quando c'è da parlare di Roma, e questa volta il focus è su un Luis Enrique uomo del momento: una storia quella tra lo spagnolo e i giallorossi finita troppo presto e che lascia qualche rimpianto

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Redazione Solo la Roma - La Redazione
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Non può che essere Luis Enrique l’uomo del momento, l’allenatore che nella stagione corrente ha deciso di non lasciare neanche le briciole agli avversari. Un triplete storico quello ottenuto alla guida di un PSG che, sbarazzatosi di Mbappé per mettere al centro un collettivo in cui tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile, sta dominando qualsiasi avversario gli si pari davanti. Il 4-0 al Real Madrid nella semifinale del Mondiale per Club è solo l’ultima riprova di tale assunto, e vedendo cosa sta combinando il tecnico spagnolo nella capitale francese aumentano i rimpianti per ciò che avrebbe potuto fare a Roma. A parlane alla Gazzetta dello Sport è stato Walter Sabatini.

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Dall’anno nella capitale alla perdita della figlia

Fu l’ex direttore sportivo giallorosso a portare Luis Enrique nella capitale, in quella stagione 2011/12 che rimarrà l’unica alla guida ei giallorossi: “Ho affetto e stima profonda sia per l’uomo che per l’allenatore. Me lo segnalò Dario Canovi, che era in contatto con il suo agente, poi mandai Ricky Massara e Pasquale Sensibile a vedere un paio di partite del Barcellona B. Tornarono estasiati dal suo modo di giocare”. Di lì la decisione di dare allo spagnolo la sua prima occasione in una prima squadra.

Impossibile poi per Sabatini non citare il tragico episodio della perdita della figlia, affrontato con stile e coraggio dal tecnico: “È cresciuto e invecchiato, ma soprattutto è passato da una tragedia immensa come la scomparsa della figlia Xenia. Luis ha saputo reagire in modo superbo, con dignità eccezionale, non vuole essere compianto e consolato. È come se avesse un patto segreto e intimo con la figlia, quasi come se si parlassero. Una questione di fede, e credo che ogni sua vittoria o esultanza sia dedicata alla bambina”.

Perché non ha funzionato a Roma?

Un grande uomo e un grande allenatore, che tra Barcellona, Nazionale spagnola e PSG sta dimostrando di essere nell’élite dei tecnici a livello mondiale. Perché allora a Roma non ha funzionato? Sabatini risponde così: “Semplice, l’ambiente non lo ha trattato decorosamente, c’è chi lo chiamava addirittura Stanlio, e lui di tutto ciò rimase dispiaciuto. Io, Baldini e Pallotta abbiamo supplicato Luis di restare, ma non ne ha voluto sapere. Il PSG ha rinunciato alla propria strategia di acquisire giocatori, puntando tutto sui giovani. Ecco, se a Roma avesse trovato la stessa fiducia che ha trovato a Parigi allora sarebbe stato diverso. A volte faceva giocare Verre al posto di Totti, questo fa capire di che allenatore stiamo parlando”.

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