Sciopero dei trasporti a Roma, venerdì nero: bus, metro e treni a rischio per 24 ore

Sciopero nazionale a Roma il 20 giugno: trasporti pubblici a rischio. Ecco cosa potrebbe succedere su metro, bus e treni.

Deneb Antuoni
3 min di lettura

Sarà un venerdì complicato per chi si muove a Roma e nel Lazio. La giornata del 20 giugno si annuncia infatti all’insegna di scioperi e disagi: per 24 ore gran parte della rete dei trasporti pubblici sarà a rischio a causa di una mobilitazione nazionale proclamata dai sindacati di base Usb, Sgb e Cub Trasporti.

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Una protesta che coinvolgerà anche la Capitale, con ripercussioni previste non solo su bus, metro e tram, ma anche sui treni regionali e a lunga percorrenza.

Rischio paralisi per bus, metro e tram

A finire sotto la scure dello sciopero saranno i mezzi di Atac, le linee RomaTpl, i pullman Autoservizi Troiani/Sap e Tuscia/Bis, oltre ai bus Cotral e al personale di Trenitalia. Nonostante la garanzia delle fasce orarie protette, i disagi potrebbero essere avvertiti ben oltre questi intervalli, sia prima che dopo la protesta.

Nel dettaglio, su tutta la rete Atac — quindi autobus, tram, metropolitane e ferrovie locali come la Roma Nord e la Metromare — i servizi saranno garantiti solo nelle fasce previste dalla legge:

  • dall’inizio servizio fino alle 8:29
  • dalle 17:00 alle 19:59

Al di fuori di questi orari, il servizio potrebbe essere fortemente ridotto o addirittura sospeso. Non si esclude inoltre che durante la giornata alcune stazioni della metropolitana possano restare chiuse. Anche in quelle eventualmente aperte, non è assicurato il funzionamento di scale mobili, ascensori e montascale. Resteranno invece fruibili i parcheggi di scambio.

I treni regionali: corse ridotte e cancellazioni

Non se la passeranno meglio nemmeno i pendolari che contano sui treni. La circolazione ferroviaria, comprese le linee regionali, sarà a rischio a partire dalle 21:00 di giovedì 19 giugno fino alle 21:00 di venerdì 20 giugno. Per il trasporto regionale, Trenitalia garantirà solo i servizi minimi essenziali nelle seguenti fasce:

  • dalle 6:00 alle 9:00
  • dalle 18:00 alle 21:00

Anche qui, però, è probabile che i disagi si facciano sentire prima e dopo gli orari coperti.

Le ragioni della protesta

La mobilitazione lanciata dai sindacati di base si muove su due fronti. Da una parte, si esprime una netta condanna nei confronti di quella che viene definita “la complicità internazionale rispetto al genocidio in Palestina”, con una protesta contro “la fornitura di armi a Israele e il silenzio delle istituzioni italiane”.

Dall’altra, la protesta riguarda questioni legate al mondo del lavoro: i sindacati denunciano lo sfruttamento, la precarietà e il contenimento dei salari sia nel settore pubblico che in quello privato. Nel mirino anche “gli accordi siglati senza il consenso diretto dei lavoratori”, considerati dannosi per i diritti e le tutele contrattuali.

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