Stiamo per giungere alla fine del terzo mese di sopravvivenza di questa stagione, e mai termine fu così accurato. Perché questo sta facendo la Roma, sopravvive, in maniera anche piuttosto goffa e difficoltosa. Le classifiche di Serie A ed Europa League piangono, la tifoseria ha perso fiducia ed attaccamento verso club e squadra, la società è assente, e all’orizzonte si profila l’addio di un Juric in balia degli eventi. Come se non bastasse, c’è anche un aspetto finanziario che non può essere ignorato, con altre notizie pessime da registrare.
Appare evidente come questi siano stati 80 giorni di svalutazione totale della rosa, che vale molto meno rispetto ai blocchi di partenza, quando c’era fiducia su una rosa per la quale i Friedkin avevano investito più di 100 milioni. Il rendimento dei giocatori è stato a dir poco deludente fin qui, ed oltre a classifica e tifosi, ne risentono anche le casse del club, con la Roma che rischia di perdere milioni nel momento in cui cercherà di rivendere qualche elemento. Dai senatori ai nuovi acquisti non si salva quasi nessuno.
“Romanisti” nell’oblio, Dybala e Paredes senza valore
Preoccupano anzitutto i “romanisti”, laddove per romanisti intendiamo coloro che sono da più tempo in giallorosso e, teoricamente, maggiormente legati alla causa. Cristante e Pellegrini sono ormai nell’oblio, avviluppati in un ambiente che li fischia ad ogni occasione, e ciò si riflette in campo. Tra prestazioni sempre peggiori, ed una Nazionale italiana quasi persa, il loro valore sta crollando, con nessuno che si spingerebbe a spendere più di 10-15 milioni. Leggermente meglio Mancini, ma anche per lui non parliamo di cifre esorbitanti.
Che dire poi di Dybala: che sia il giocatore di maggior talento è indiscusso, ma i 30 anni d’età, i continui acciacchi ed un’incisività persa in quest’inizio di stagione, portano la Roma a vedere con utopia anche la clausola da 12 milioni che, fino a pochi mesi fa, preoccupava tutti. Non ha di fatto valore poi Paredes, ormai ai margini del progetto giallorosso dopo i soli 272′ giocati, e desideroso di tornare in patria nel Boca Juniors, chiaramente a costo zero. Doloroso toccare infine il tema Zalewski, ad un passo da Galatasaray per 10 milioni, tra parte fissa e bonus, e con una valutazione di meno della metà ora, dopo i continui errori di campo.
Disastro Soulé e Le Fée, speranza Dovbyk e Koné
Come detto, anche sul fronte nuovi arrivi quasi nessuna buona notizia. Dovbyk e Koné sono la speranza per il futuro, nel senso che, vista età e prestazioni, non hanno quantomeno perso valore rispetto ai 35 e 20 milioni spesi per portarli nella capitale. Discorso totalmente differenza per il disastro fatto con Soulé e Le Fée: il primo è in un tunnel senza fine, con ben 30 milioni spesi per aggiudicarselo; il secondo invece 23 milioni non li ha probabilmente mai valsi, per un giocatore di cui la Roma non aveva neanche tutto questo bisogno.
Un velo pietoso va steso poi sulle scommesse Saud Abdulhamid e Dahl, pagati complessivamente 6,5 milioni e quasi mai visti in campo. Chi si salva dunque in questa Roma? Forse Baldanzi, quantomeno sufficiente in campo e con margini di miglioramento; sicuramente Svilar e Pisilli, gli unici ad aver visto un impennata nel loro valore. Ci aggiungiamo anche N’Dicka, opaco nelle ultime due gare ma comunque affidabile e prezioso, se si considera che è arrivato a parametro zero.