Un finale di stagione infuocato quello che la Roma dovrà affrontare. Delle ultime cinque partite rimanenti i giallorossi dovranno vedersela con ben 5 scontri diretti. Il primo di questi sarà quello contro l’Inter del quale ne ha parlato Serse Cosmi in ESCLUSIVA ai nostri microfoni.
Sul finale di campionato: “Sono tifoso della Roma da sempre. Credo che per il futuro della Roma bisognerà aspettare la fine del campionato, come per tante squadre. Le ultime gare rimaste potrebbero rappresentare la conferma di una stagione difficile oppure un qualcosa di inaspettato fino a qualche mese fa. Ho sempre pensato che se la Roma avesse ottenuto qualcosa di più di un sesto posto avrebbe fatto un campionato straordinario perché la reputo un’ottima squadra ma con delle rose che la precedono più forti. L’aver ottenuto questa posizione e avere la possibilità di competere per la Champions è un qualcosa di sensazionale e che ti dà il rammarico per un paio di mesi buttati al vento“.
Su Inter-Roma: “La Roma deve giocare una gara diversa dalle altre. I giallorossi sono sempre stati molto equilibrati e uno dei successi di Ranieri è stato di aver portato equilibrio fuori e dentro al campo, ma qui serve una vittoria diversa. Se la Roma dovesse cercare di aspettare troppo l’Inter difficilmente riuscirà a portare a casa punti. Vista la condizione psicologica non ottimale dei nerazzurri, bisognerà osare perché la Roma se vuole pensare alla Champions deve per forza vincere. Con un pareggio non dico che sarebbe impossibile, ma molto difficile. Io credo che la Roma dovrà essere più libera di testa, fare qualcosa in più, magari anche con una doppietta di Dovbyk”.
Su Dovbyk: “A me hanno sempre insegnato che gli attaccanti vanno aspettati. Capita spesso che gli attaccanti abbiano delle difficoltà iniziali, nella Roma come in altre squadre, ma magari poi si esprimono a livelli straordinari. Bisogna capire quale sia il suo problema, tecnico, tattico, di condizione o se ha altre cose per la testa. La mia sensazione per come conosco il calcio e i calciatori io è che lui non sia sereno, che non sia realmente convinto delle sue qualità. Questa potrebbe essere una cosa che crea difficoltà. Il giocatore ha dimostrato di saperci fare soprattutto con il gol, però se mi chiedi uno di quei giocatori che hanno reso meno delle aspettative Dovbyk lo metto tra questi. Lui è un giocatore che se non fa gol difficilmente fa la prestazione e questo è un grande problema”.
Cosa migliorare: “Io la rosa l’avrei migliorata già in questi anni. Da casa è molto semplice proporre, ma bisogna capire quante possibilità economiche hai per poter comporre una rosa. La Roma ha avuto sempre grandi difficoltà con gli esterni, ma bisogna anche capire l’allenatore come giocherà perché se userà la difesa a tre i quinti devono avere certe caratteristiche. La Roma, nonostante Angelino abbia fatto molto bene, ha bisogno di due esterni forti. In difesa si pensava che con Hummels avremmo vissuto un’annata positiva e che avrebbe aiutato Ndicka e Mancini nella crescita, ma così non è stato. Io credo che lì vada messo un giocatore forte, giovane e che abbia la capacità di far salire questo reparto visto che comunque la Roma ha trovato un portiere. Alla Roma quindi servono sicuramente un centrale e due esterni”.
Un giocatore a scelta della Roma da allenare: “Dybala è fuori, ma credo che sia un giocatore che tutti vorrebbero allenare. Se sta bene è un giocatore utile, bello da vedere, straordinario. Se mi chiedi un giocatore però io ti dico Pisilli perché sapevo che la sua esplosione avrebbe portato a un ridimensionamento. Soulé, Baldanzi sono giocatori che devono farci capire se realmente possono essere protagonisti perché la Roma ha bisogno di giocatori decisivi e sono proprio quelli che mancano, tralasciando Dybala”.
Sui giocatori che ha allenato: “Diversi giocatori mi hanno lasciato a bocca aperta…ho allenato Milito, Muriel, Di Natale, Miccoli. Devo dire che il miglior Miccoli, che è stato in assoluto il giocatore con maggiore talento che io abbia mai allenato, aveva 22 anni, era giovane, stava bene fisicamente quindi ho visto fargli fare cose che anche altri facevano, ma non come lui”.
Su Muriel: “Mi sarebbe piaciuto vederlo alla Roma. Non ho mai capito perché non sono mai riusciti a portarlo nella Capitale, ma è un giocatore da Roma. Tralasciando qualche pausa che aveva, era un giocatore che avrebbe incantato la tifoseria romanista, ma sono arrivati calciatori distanti anni luce da lui in attacco. Quello che ho allenato io a Lecce era giovanissimo, ma credo che Roma sarebbe stata la sua sede ideale e che i tifosi romanisti avrebbero visto un giocatore vero in attacco”.
Su Ilicic: “A Palermo l’ho visto poco, l’ho allenato per soli 45 giorni. Oggettivamente era un giocatore atipico, difficilmente collocabile in quel momento. Nel 3-5-2 lo facevo giocare mezzala anche perché in attacco c’era Pinilla, Abel Hernandez, Miccoli e c’era Pastore che era un trequartista. Ilicic piano piano ha cambiato la sua maniera di stare in campo ed è diventato realmente dominante con l’Atalanta. Era un giocatore che aveva tutto, gamba, talento, intuizioni tattiche. Durante i primi anni in Italia ovviamente non era costante, ma quella è una cosa normale”.