A Torino, nell’ultima recita stagionale, Matias Soulé ha lasciato un’altra firma elegante sul finale della Roma. Il suo assist illuminante per la rete del definitivo 0-2 di Saelemaekers ha confermato una crescita costante nelle ultime settimane, dopo un lungo periodo di anonimato. Nel girone di ritorno, quando la Roma aveva più bisogno di qualità e concretezza, l’argentino ha risposto con prestazioni finalmente all’altezza del talento che tutti gli riconoscono.
Numeri e risposte sul campo
Dal gennaio 2025 in poi, Soulé ha preso per mano la squadra giallorossa, partecipando a nove gol in totale: quattro reti personali e cinque assist spesso decisivi. Una netta inversione rispetto al primo anno in giallorosso, segnato da una sola rete – quella a Verona – e prestazioni altalenanti. Nella parte finale del campionato, invece, è emersa la versione migliore dell’ex Frosinone: più concreto, più continuo, sempre più decisivo.
Nelle ultime sette giornate di campionato, ha partecipato direttamente a sei gol romanisti: due realizzati da lui stesso (contro Lazio e Inter) e quattro serviti ai compagni (contro Verona, Atalanta, Milan e appunto Torino). Un bottino che racconta molto più della semplice statistica. Soulé ha mostrato fantasia, coraggio e una maturità tattica che lascia ben sperare per il futuro.
Il feeling con Dybala
Ma è proprio nel rapporto con Paulo Dybala che si apre uno dei nodi tecnici da sciogliere per il futuro allenatore della Roma. I due, connazionali e molto legati fuori dal campo, non sono mai riusciti a trovare una sintonia reale sul terreno di gioco. Nessuno degli allenatori che si sono alternati in stagione – da De Rossi a Juric fino a Ranieri – è riuscito a farli convivere in modo proficuo.
Eppure, il potenziale del duo argentino è immenso. La Roma sa di avere due calciatori in grado di accendere la fantasia e cambiare le partite con una giocata, ma per ora Soulé ha brillato soprattutto quando Dybala non era presente. Dei dieci gol a cui ha partecipato in stagione, nove sono arrivati senza la Joya in campo. Un dato che impone una riflessione chiara: per farli funzionare insieme serve un progetto tecnico preciso, un sistema capace di valorizzare entrambi senza sacrificare l’equilibrio della squadra.