Giornata intensa e decisiva sul fronte del nuovo stadio della Roma. Dopo mesi di analisi e confronti, il progetto a Pietralata sembra entrare in una fase più operativa. Questa mattina il Comune di Roma ha intimato lo sgombero dell’autodemolitore presente nell’area individuata per la costruzione dell’impianto: dovrà liberare i terreni entro la fine di maggio, altrimenti scatterà una procedura forzata, con tanto di richiesta di risarcimento danni legati ai ritardi nei lavori.
Vertice Comune-Regione: il punto sul “bosco” di Pietralata
Nel pomeriggio si è poi svolta una riunione importante tra Comune e Regione Lazio per discutere uno dei nodi più spinosi: la presenza del cosiddetto “bosco” nella zona di cantiere. A riportarlo è il giornalista Alessio Di Francesco su X. L’obiettivo del summit era trovare una linea comune sulle procedure tecniche e amministrative da seguire nelle prossime fasi.
L’area verde, indicata da alcuni come elemento ostativo alla realizzazione dello stadio, non sarebbe però vincolata da un punto di vista paesaggistico o ambientale.
Veloccia: “Non esiste vincolo, indagini in corso con l’agronomo”
A rassicurare sul pieno rispetto della normativa è intervenuto Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale. Intervistato da Il Foglio, Veloccia ha spiegato: “Sul cosiddetto ‘bosco’ tutto sta avvenendo secondo legge. Non esiste un vincolo paesaggistico, quindi la conferenza dei servizi non poteva che pronunciarsi nei trenta giorni previsti, rimandando alle successive fasi le indagini sul campo: da quelle archeologiche a quelle sulla vegetazione, cosa che sta correttamente avvenendo adesso con un agronomo nominato apposta dal Dipartimento Ambiente“.
Su quando potrà essere posata la prima pietra: “Non so quale sia l’intenzione della società. Da parte nostra posso dire che c’è la volontà di procedere in modo spedito. Attendiamo da tempo, da maggio 2023, quando abbiamo approvato l’interesse pubblico dello stadio, il progetto definitivo. Intanto qualsiasi problema che è stato sollevato l’abbiamo risolto: dalle occupazioni delle aree all’accesso alle stesse. Non credo che la Roma possa in alcun modo, nelle sue valutazioni strategiche, essere condizionata da una quarantina di persone che si oppongono al progetto. Nello specifico, bisogna attendere l’esito dei sondaggi archeologici e la presentazione del progetto definitivo. Quando ci saranno questi passaggi potremmo parlare di date“.