Il percorso per la costruzione del nuovo stadio della Roma a Pietralata è pronto a entrare in una fase decisiva. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, dopo mesi di trattative, ostacoli burocratici e accelerazioni improvvise, il 21 aprile – giorno del Natale di Roma – potrebbe rappresentare anche il giorno della “rinascita” del club, con la presentazione ufficiale del progetto definitivo.
L’iter amministrativo e le prossime tappe
Dopo la presentazione, il dossier verrà trasmesso al Campidoglio, che avvierà la Conferenza dei Servizi per verificare la conformità del progetto alle richieste comunali. Uno degli aspetti più delicati riguarda i trasporti, per cui la Roma ha già presentato un piano dettagliato nei giorni scorsi, cercando di rispondere alle esigenze infrastrutturali della zona.
Se tutto procederà senza intoppi, il passo successivo sarà l’apertura del bando internazionale per l’assegnazione dei lavori, con l’obiettivo di avviare la costruzione nei prossimi mesi.
Obiettivo 2028: il nuovo stadio prende forma
Secondo le dichiarazioni del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, la nuova casa della Roma potrebbe essere pronta entro il 2028. Un traguardo ambizioso, ma che segnerebbe una svolta storica per il club e per la città, con un impianto moderno e funzionale destinato a diventare un punto di riferimento per il calcio italiano.
Queste le parole di Gualtieri in una recente intervista rilasciata a Radio Globo: “È una domanda che mi viene rivolta spesso, pensate che c’è un utente Instagram che me lo chiede sotto ogni post. Lo stadio non lo fa il Comune, lo fa la Roma, che ha deciso di farlo, ha avviato la procedura e nei passaggi finali ha lavorato tantissimo. Ieri è stata depositata la parte che riguarda i trasporti e ci aspettiamo entro la primavera il progetto definitivo. Siamo in un momento importante e positivo, tutti mostrano il massimo impegno per un progetto che sembra splendido. E’ uno stadio che a sua volta porta anche la riqualificazione di un’area, che verrà completamente riformata. Ci siamo quasi“.