Il progetto per il nuovo stadio della Roma, fortemente voluto dalla proprietà Friedkin, continua a scontrarsi con ostacoli e rallentamenti. Dopo mesi di attesa e confronti istituzionali, ora sono le questioni ambientali e burocratiche a frenare l’avvio effettivo dei lavori sul terreno individuato a Pietralata.
Come riportato dal giornalista Alessio Di Francesco, gli scavi archeologici risultano fermi da oltre due settimane, principalmente per due motivi: da un lato, l’attesa della perizia tecnica sulla presenza del cosiddetto “bosco urbano”; dall’altro, la mancata consegna ufficiale dell’area ex Autoricambi alla società AS Roma. Secondo quanto filtra, i sondaggi archeologici potrebbero riprendere nei prossimi giorni, proprio a partire dall’area ex Autoricambi, ma tutto dipenderà dall’esito di una delicata vertenza legale.
Il ricorso al TAR del Lazio
Intanto, è attesa una udienza cruciale presso il TAR del Lazio, chiamato a esprimersi sull’istanza presentata dai comitati di quartiere contrari alla realizzazione dell’impianto. La richiesta avanzata è chiara: sospendere l’autorizzazione rilasciata da Roma Capitale che ha dato il via libera agli scavi preliminari.
Le accuse dei comitati: rischio per l’ecosistema
Al centro della protesta c’è la presunta minaccia a un ecosistema tutelato, che verrebbe compromesso dall’abbattimento di 26 alberi, considerato necessario per consentire le indagini archeologiche. Secondo i comitati, quell’area costituisce un habitat protetto, dove vivrebbero specie animali tutelate, tra cui pipistrelli e volatili in pericolo.
A supportare la tesi è anche uno studio scientifico firmato da Flavia Sicuriello e Paolo Colangelo, ricercatori del CNR – Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri. Lo studio evidenzierebbe la presenza di biodiversità significativa e l’importanza ambientale del sito.
Il progetto dello stadio, inizialmente previsto per l’autunno, rischia dunque un nuovo slittamento. L’udienza sarà decisiva per capire se i rilievi archeologici potranno ripartire oppure se, ancora una volta, il sogno dello stadio romanista dovrà fare i conti con la realtà di una città dove ogni opera pubblica è, inevitabilmente, una corsa a ostacoli