Stadio Roma, ancora ritardi: il progetto definitivo rinviato a dopo l’estate

Slittano i tempi per Pietralata tra ricorsi, sgomberi e attese tecniche. La consegna potrebbe avvenire tra settembre e ottobre, rendendo difficile l’inaugurazione nel 2027-28

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La data cerchiata in rosso – 19 giugno – scade oggi senza che la Roma abbia presentato il progetto definitivo del nuovo stadio a Pietralata. Il ritardo, che allontana ulteriormente l’obiettivo di inaugurare l’impianto nella stagione del centenario del club (2027-28), è legato a una serie di ostacoli amministrativi e tecnici che hanno rallentato l’iter negli ultimi mesi. Tra i più significativi: i ricorsi dei residenti, il contenzioso con l’autoricambi presente nell’area, e la questione del bosco, divenuta un nodo centrale.

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La situazione dei terreni

L’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo impianto resta al centro di contese legali e tecniche. Lo sgombero dell’autoricambi, che ha rappresentato uno dei principali intoppi, è ora quasi completato, e l’area è già stata formalmente restituita al Comune. Più delicata la questione relativa alla presenza di vegetazione boschiva: in attesa della relazione ufficiale del dott. Mauro Uniformi, incaricato dal Campidoglio, si attende un parere che dovrebbe escludere che si tratti di un bene paesaggistico non sacrificabile. In questo caso, basterebbe una compensazione ambientale, da definire tra Comune e Regione, per sbloccare tutto.

Il nuovo calendario

Se, come previsto, le questioni tecniche si risolvessero entro fine mese, da luglio la Roma potrebbe riprendere gli scavi archeologici necessari e completare le indagini preliminari. Secondo quanto riportato da Il Romanista, questo permetterebbe di consegnare il progetto definitivo tra settembre e ottobre, ma il ritardo potrebbe compromettere la possibilità di iniziare i lavori in tempo utile per l’inaugurazione nel 2027-28.

A guidare ora il dossier sarà Lucia Bernabè, finora responsabile delle relazioni istituzionali per lo stadio, che aveva affiancato Lorenzo Vitali, recentemente uscito di scena. La sua sostituzione, che non allarma gli ambienti comunali, anzi viene vista come un potenziale snodo positivo, è dovuta anche a una gestione complicata dei rapporti con l’Assemblea Capitolina, più volte emersa durante le audizioni istituzionali.

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