Finalmente l’ultimo atto di una stagione estremamente intensa per la Roma, che nutre ancora la speranza di agguantare una Champions League che avrebbe del miracoloso. Il Torino e poi il post Ranieri in agenda, ma tale giornata è anche l’occasione per dolci ricordi. Questi li ha ripercorsi Sergio Oliveira, una meteora nella capitale che ha però comunque lasciato traccia nella storia del club: “È stato un periodo breve ma così intenso che ha lasciato un segno profondo. Roma è come un museo a cielo aperto e la gente mi ha sempre trattato con gentilezza, rispetto e calore. Io e la mia famiglia saremo sempre grati alla città”.
Il ricordo più bello? Ovviamente la finale di Conference vinta a Tirana col Feyenoord, che proprio oggi compie tre anni: “Sapevamo fosse un’opportunità unica. Vincere il primo trofeo europeo nella storia del club nella prima edizione della competizione, è stato davvero speciale. Sollevare la coppa a Tirana è stato un momento magico e indimenticabile. I festeggiamenti anche a Roma sono stati incredibili, momento da ricordare per sempre”.
Un messaggio finale poi da parte di Oliveira, in questa lunga chiacchierata concessa a Il Romanista, a tutto il popolo giallorosso: “Vorrei dire che i tifosi sono ancora nel mio cuore. Sono incredibilmente orgoglioso di aver fatto parte della storia di un club gigante come la Roma. Faccio il tifo affinché il club torni nel posto che gli spetta, la Champions League, e spero che i prossimi anni siano pieni di successi. Voglio anche mandare un abbraccio a tutto lo staff e a tutti i miei ex compagni di squadra che sono ancora nel club. Grazie Roma, sarò sempre un romanista“.
Oliveira e Mourinho
Un estratto dell’intervista si concentra poi su Mourinho, condottiero della squadra i quell’anno glorioso per i giallorossi: “Preferisco non commentare alcun dettaglio sul mister, voglio solo ringraziarlo per l’opportunità di lavorare con lui e di giocare per un grande club come questo. È stato un privilegio. Mourinho non deve dimostrare niente a nessuno, si è guadagnato il diritto di poter scegliere la sua strada. Però sì, penso che la storia tra lui è la Roma poteva finire diversamente. Ma il calcio è così, non segue sempre il copione che ci immaginavamo”.