Claudio Ranieri ha festeggiato nel migliore dei modi la sua panchina numero 500 in Serie A, l’ultima davanti al pubblico dell’Olimpico. La sua Roma ha superato il Milan per 3-1 in una serata da record, con 68.145 spettatori paganti e una Curva Sud in festa, che ha omaggiato il tecnico con lo striscione: “Un grande condottiero… un romanista vero”.
Il successo regala ai giallorossi l’aritmetica qualificazione a una competizione europea e tiene ancora accesa una flebile speranza di Champions League. Con 66 punti in classifica, la Roma chiuderà comunque la stagione con il miglior punteggio delle ultime cinque annate, a prescindere dall’ultima giornata. I gol di Mancini, Paredes e Cristante, inframezzati dal momentaneo 1-1 di Joao Felix, hanno scritto il finale perfetto per l’ultima serata casalinga di Ranieri, in un Olimpico commosso e partecipe. Un tributo meritato, per un allenatore che ha dato tutto alla causa, anche in un ruolo di traghettatore.
L’analisi del primo tempo: Roma avanti, poi il black-out in superiorità numerica
Ranieri è ripartito dal 3-5-2, lo stesso sistema che aveva rilanciato la squadra prima del passo falso di Bergamo. Davanti a Svilar c’erano Celik, Mancini e Ndicka; sulle fasce agivano Saelemaekers e Angelino, con Cristante, Paredes e Koné in mezzo al campo; Soulé giocava in appoggio a Shomurodov. Il Milan di Conceicao ha risposto con un 3-4-2-1 con Pulisic e Joao Felix a supporto di Gimenez, con Leao inizialmente in panchina.
La partita si era messa subito in discesa per i giallorossi: al 3’ Soulé ha battuto un calcio d’angolo con il contagiri e Mancini ha girato di testa fulminando Maignan. L’Olimpico è esploso e la Roma sembrava aver approcciato il match con la giusta intensità. Sulla destra si sviluppavano le migliori trame offensive, grazie agli scambi tra Saelemaekers e Soulé: l’argentino si allargava spesso, mentre il belga legava il gioco accanto a Shomurodov. In fase difensiva, invece, la Roma stringeva le maglie centralmente e sfidava il Milan nei duelli sugli esterni, costringendo i rossoneri ad abbassarsi soprattutto nella zona di Soulé e Saelemaekers.
Al 20′ il secondo episodio chiave della partita, con Santiago Gimenez che ha colpito Mancini con una gomitata in pieno petto: inevitabile l’intervento del VAR e l’espulsione diretta per il centravanti messicano. In inferiorità numerica, Conceicao non ha cambiato modulo ma ha adattato l’assetto a un 3-4-1-1, con Pulisic alle spalle di Joao Felix e una mediana rivista con Reijnders e Loftus-Cheek al centro. Proprio il portoghese aveva il compito di guardare a vista Paredes, che si apriva sul centrosinistra con Koné che si spostava al centro.
Paradossalmente, l’espulsione ha rilassato la Roma. I giallorossi hanno smesso di spingere con convinzione e al 39’ è arrivato il pareggio: Pulisic ha superato la pressione di Koné e ha servito in profondità Jimenez, che ha tagliato largo alle spalle della difesa romanista. Svilar si è opposto in uscita, ma Joao Felix è stato il più rapido a seguire l’azione e ha ribadito in rete a porta sguarnita, approfittando dell’inerzia e dell’indecisione generale della linea giallorossa. Un gol che è nato da una dormita collettiva, figlia di un calo di concentrazione inaccettabile.
L’analisi del secondo tempo: la Roma cambia assetto e chiude i conti
Ranieri ha cambiato qualcosa all’intervallo, passando a un 4-2-3-1 più offensivo con Cristante avanzato sulla trequarti, Soulé a destra e Saelemaekers a sinistra. Le catene esterne erano composte da Angelino e Saelemaekers a sinistra, Celik e Soulé a destra. L’argentino è stato liberato da compiti difensivi e la Roma ha alzato i giri.
Al 52’, Soulé ha servito sul secondo palo Saelemaekers, che ha appoggiato per Angelino: il sinistro dello spagnolo è stato deviato in corner da Tomori. Sul successivo angolo, ancora Saelemaekers ha scambiato con Koné e ha provato il destro a giro, con la palla che ha sfiorato la traversa.
Il gol è arrivato al 58’: punizione dai 25 metri per la Roma, Paredes ha calciato con il destro d’interno e ha disegnato una parabola perfetta. La palla ha baciato il palo alla base e si è insaccata, beffando Maignan. È il 2-1 che ha rimesso in discesa la partita.
Conceicao ha provato a reagire con tre cambi: dentro Leao, Fofana e Jovic per Loftus-Cheek, Jimenez e Joao Felix. Il Milan si è ridisegnato con un 4-4-1 d’emergenza, con Musah e Pavlovic schierati da terzini. Ranieri ha risposto con Gourna-Douath per Paredes e Rensch per Soulé, cercando di blindare la fascia di Leao con due esterni difensivi. L’unico vero brivido per la Roma è arrivato al 79’, proprio con Leao: su un pallone sfilato in area, il portoghese aveva la palla del pareggio, ma Svilar è stato bravo a chiudere lo specchio in uscita.
Nel finale, gli ingressi di El Shaarawy e Baldanzi hanno restituito vigore all’attacco giallorosso. All’87’ è arrivato il gol che chiude i conti: El Shaarawy ha premiato la sovrapposizione di Angelino, cross deviato da Maignan sui piedi del Faraone che ha calciato di prima intenzione, il portiere ha respinto ancora ma nulla ha potuto sul tap-in di Cristante, al secondo gol consecutivo.
Cristante leader, Soulé brillante: ma attenzione ai blackout
Dopo qualche errore commesso contro l’Atalanta, Ranieri ha praticamente azzeccato tutte le scelte nell’ultima della sua carriera all’Olimpico. Il tecnico romano ha avuto il merito di rigettare nella mischia Paredes, che lo ha ringraziato con una perla su punizione. Tra i migliori in campo ancora una volta Cristante: gol, equilibrio e leadership per il numero 4 giallorosso. Soulé ha confermato la sua crescita con una prestazione brillante, mentre Svilar si è dimostrato ancora una volta decisivo nelle uscite.
Mancini non solo ha sbloccato il match, ma si è procurato l’espulsione di Gimenez. Koné ha corso tanto e ha dato sostanza. Saelemaekers si è rivisto ai livelli dell’inizio stagione. Una Roma intensa, viva, presente, capace di reagire dopo il ko di Bergamo. Tuttavia, il black-out in superiorità numerica sul gol di Joao Felix è un campanello d’allarme: distrazioni simili non sono ammissibili a questo livello e potrebbero costare caro.
Un’ultima speranza
La Roma è padrona del proprio destino per l’Europa League, ma resta viva anche una minima speranza di Champions. I giallorossi affronteranno il Torino all’ultima giornata, mentre la Juventus farà visita a un Venezia con un piede già in Serie B. Le combinazioni sono complesse, ma non impossibili.
Intanto, sul fronte societario, la presenza di Ryan Friedkin a Roma – dopo quella recente del padre Dan – lascia intendere che l’annuncio sul prossimo allenatore sia imminente. Il futuro è tutto da scrivere, ma il saluto dell’Olimpico al suo “condottiero romanista” è già leggenda.