Non poteva fare miracoli Ranieri, viste le premesse con le quali era tornato nella capitale per salvare, per l’ennesima volta, una Roma disastrata in campo e fuori. Il lavoro del mister rimane encomiabile per come la squadra ha reagito, sia dal punto di vita del gioco che del carattere e orgoglio per la maglia, ma resta il fatto che dei bassi, in mezzo a tanti risultati ed indicazioni ottime, sono da mettere in conto. Dopo Como e Alkmaar, il 3-1 subito dal Milan a San Siro risulta essere più pesante, perché vale l’eliminazione dalla Coppa Italia, che non vede i giallorossi in semifinale dal 2017.
Il primo obiettivo della Roma sfuma, un trofeo che poteva essere importante sia per salvare una stagione oggettivamente negativa sia per garantirsi la qualificazione all’Europa League anche dell’anno prossimo. Rimane la strada europea, per provare ad ottenere una Champions lontanissima in campionato, ed una Serie A che vede la squadra ancora 9° a 31 punti, in una rimonta costante ma che resta complicata per i disastri di inizio stagione. Il prossimo avversario? Un Venezia in lotta per la salvezza.
Giovedì sarà andata di play-off di Europa League contro il Porto, ma prima la trasferta in laguna, domenica 9 febbraio alle 12:30, in un Penzo non facile da espugnare e contro una formazione con estremo bisogno di vittoria. Una squadra quella di Di Francesco al momento penultima a 16 punti, con 5 lunghezze di distacco sul terz’ultimo posto, ma mai doma nelle ultime uscite, nonostante i 3 pareggi e 3 sconfitte nelle ultime 6. Una neopromossa atipica per lo stile di gioco che adotta, da prendere con le pinze e non sottovalutare. Quali le armi a disposizione della Roma?
Venezia all’andata: primi scricchiolii di Juric, Pisilli salvatore
Partiamo dall’analisi del match d’andata, quello che, pur consegnando tre punti ai giallorossi in virtù del 2-1 finale, presentò i primi scricchiolii della gestione Juric, precipitata proprio dalla successiva sconfitta contro l’Elfsborg. La Roma da allora è cambiata nell’allenatore e nelle idee, visto che in quella sfida c’era Angelino nell’aberrante posizione di braccetto, Celik ed El Shaarawy sugli esterni, la coppia Cristante-Koné al centro con Pellegrini e Soulé a supporto di Dovbyk. Nessuna traccia dei vari Hummels, Paredes e Dybala. Qualcosa però si può dire in merito al Venezia.
Da allora il credo calcistico di Di Francesco non è cambiato molto, con la squadra ordinata in un blocco basso in difesa (una sorta di 5-3-2 con gli esterni molto difensivi), pronta a ripartire in contropiede e disposta a giocare palla a terra quando possibile. Sfruttando il giro palla lento della Roma, i lagunari chiusero il primo tempo in vantaggio, col gol di Pohjanpalo, rischiando davvero poco, e questo sarà un primo miglioramento che Ranieri chiederà ai suoi: un movimento del pallone rapido ed energico, volto a stanare un Venezia che non si prenderà rischi.
Rispetto all’andata, Di Francesco sembra optare, nelle ultime uscite in campionato, per un centrocampo un po’ più fitto, con Doumbia a dare muscoli alla mediana, Ellertsson a fare da ricambio qualitativo a lui e Busio, e solo uno tra Oristanio e Yeboah a supporto della punta. All’Olimpico furono Svilar e Pisilli i salvatori della patria, il primo con miracoli importanti e il secondo con il gol vittoria da calcio d’angolo, dopo il pareggio con tiro deviato di Cristante, ma servirà una Roma decisamente diversa, più intensa di quella vista nel primo confronto col Venezia, più attenta di quella col Milan di mercoledì sera.
Esterni e Joronen in difficoltà : gli indizi contro Verona e Udinese
Va bene il match d’andata contro i giallorossi, ma le ultime gare dei lagunari in campionato possono dare indicazioni più fresche circa stato di forma, punti di forza e lacune della squadra. Le partite contro Verona e Udinese hanno offerto qualche indizio. Andando in ordine temporale, la sfida agli scaligeri ha evidenziato bene la propensione di Di Francesco al gioco sugli esterni, come si addice a chi adotta un 3-5-2. Di qui l’acquisto di Zerbin, subito in gol alla prima da titolare proprio ricevendo palla schiena alla linea, venendo dentro il campo e sfruttando il tiro di Pohjanpalo ribattuto dalla difesa.
Anche alla Bluenergy Arena le fasce sono state cercate spesso, ma ciò che salta all’occhio dalla gara contro l’Udinese è un dettaglio che i giallorossi dovranno sfruttare: il serio infortunio di uno Stankovic fin lì in forma smagliante ha visto tornare in campo al suo posto un Joronen in difficoltà , colpevole in uscita sui primi due gol dei friulani. Se già il Venezia presenta la quart’ultima difesa della Serie A (38 reti subite come Cagliari e Como), questa sarà un’occasione in più per la Roma per tentare il tiro ogni qual volta è possibile, e far spiovere in area cross che possano indurre all’errore il finlandese. Il discorso resta in piedi anche nel caso in cui dovesse giocare Radu, appena arrivato dall’Inter.
Pericoli Oristanio e Nicolussi Caviglia: e il post Pohjanpalo?
Come accennato all’inizio di questa nostra analisi, il Venezia non vuole essere la classica neopromossa solo difesa a contropiede. Sì un blocco basso e compatto in fase di non possesso, per dare solidità e ordine, ma quando è tempo di impostare la manovra Di Francesco cerca di giocare palla a terra, benché con un Joronen meno abile coi piedi potremmo vedere qualche lancio in più rispetto al fraseggio coi tre difensori. Il primo da tenere d’occhio è sicuramente Nicolussi Caviglia, presosi le chiavi del centrocampo ed in crescita costante da inizio anno.
A lui il compito si smistare i primi palloni dal basso, alla ricerca degli esterni, fissi sulla linea laterale del campo, o del fraseggio con i giocatori più avanzati. Ex Juventus pericoloso anche per le sue doti balistiche, che lo portano a cercare spesso il tiro da fuori e a calciare i piazzati della squadra: la straordinaria punizione contro l’Udinese sia un monito per la Roma. Occhio anche al jolly Oristanio, una mina vagante che ha libertà di agire tra linea di difesa e centrocampo avversario per creare scompiglio (2 gol e 3 assist per lui).
Cosa invece per il post Pohjanpalo? Il finlandese ha firmato il contratto della vita con il Palermo, abbandonando un Venezia che perde il suo bomber, tra le perplessità dei tifosi. A Udine Di Francesco ha optato per l’attacco leggero Yeboah-Oristanio, inserendo il sempre verde Gytkjaer nella ripresa, autore del momentaneo 2-2. Dal mercato sono arrivati Maric in prestito dal Monza e il 22enne Fila dallo Slavia Praga, pagato ben 4 milioni di euro. Difficile fare ipotesi per domenica, ma contro i possenti centrali della Roma non è esclusa una nuova assenza di punta centrale nei lagunari.
Fattore Penzo
Un altro aspetto che i giallorossi dovranno tenere a mente è un qualcosa a loro molto caro, che anche per il Venezia ha il suo peso: giocare nel proprio stadio. Con le dovute proporzioni, il rendimento casa-trasferta delle due squadre è molto simile. Roma con 22 punti fatti all’Olimpico e 9 fuori (solo Parma, Monza, Como e Venezia appunto hanno fatto peggio), lagunari con 12 entro le mura amiche e solo 4 in altri lidi, gli unici a non aver ancora ottenuto una vittoria.
Fattore Penzo che dunque è reale, uno stadio compatto e spesso caratterizzato da condizioni meteorologiche difficili da sopportare quando c’è brutto tempo, soprattutto se consideriamo il fatto che il successo ottenuto a Udine due settimane fa non sembra aver guarito tutte le ferite, vista la prestazione offerta con il Milan in Coppa Italia.
Ritmo, pressione e palle inattive per la Roma
Una partita dunque da non sottovalutare nel complesso ma che la Roma può e deve vincere, per impostare la rimonta in campionato e ritrovare fiducia anche in vista del play-off di Europa League. Probabile un po’ di turnover proprio per preservare i titolari per l’andata contro il Porto, ma al di là degli interpreti, ci sono alcuni concetti base che i giallorossi dovranno attuare per rendere più agevole il match contro il Venezia.
La gara dei lagunari a Udine ha messo in evidenza che, dopo un primo tempo lento e dunque controllato, il cambio di ritmo dei friulani ha messo in difficoltà la banda di Di Francesco, che ha subito un uno-due micidiale facendo fatica a reagire subito. Il giro palla dovrà essere rapido e preciso, in modo tale da muovere una difesa che si prospetta chiusa e compatta, ma che prima o poi lascia spazi. Medesimo discorso con riguardo alla pressione alta, con il Venezia che, privo di Pohjanpalo e con un probabile attacco leggero, non avrà a disposizione il lancio lungo sul corpo della punta centrale.
Occhio infine alle palle inattive, fondamentale che ha visto gli arancioneroverdi soffrire non poco durante la stagione. Anche l’opaco match d’andata fu risolto proprio con un calcio d’angolo, con il colpo di testa di Pisilli (non dicerto un asso nel gioco aereo) a trafiggere Joronen. Sfumata la Coppa Italia, restano Europa League ed una difficile rimonta in campionato alla Roma per cercare di salvare la stagione.