La serata del 2 dicembre 2024 l’Atalanta batteva la Roma 2-0 allo Stadio Olimpico, con Nicolò Zaniolo che segnava la rete del raddoppio chiudendo definitivamente il match. A distanza di cinque mesi però tutto è cambiato e la formazione di Claudio Ranieri si è presa la propria rivincita sull’ex giallorosso, che nel frattempo ha salutato Bergamo per trasferirsi alla Fiorentina. Nell’ultima gara di campionato disputata proprio ieri, i capitolini si sono imposti sui toscani per 1-0 – agguantando il quarto posto a pari merito con Juventus e Lazio – in una sfida completamente da dimenticare per colui che aveva deciso la finale di Tirana.
Da eroe della vittoria in Conference League, Zaniolo si è trasformato in un ex non amato dalle parti della Capitale, con i tifosi giallorossi che ancora una volta gli hanno riservato un’accoglienza risonante di fischi. L’esultanza con tanto di maglietta tolta al momento del gol messo a segno a dicembre ha però lasciato spazio ad una prestazione insufficiente, all’interno della quale ha prevalso solamente il nervosismo, alimentato probabilmente anche dall’ambiente ostile.
Nervi tesi con Mancini
La partita di Zaniolo è stato dunque incolore, non premiando quella che era stata la scelta di Palladino di schierarlo da primo minuto sperando nel gol dell’ex. Legge che però questa volta non è stata rispettata, con il numero 17 viola che ha sbagliato tanto e si è reso protagonista anche di uno scontro con Gianluca Mancini. I due infatti, dopo essersi stuzzicati nel corso della sfida, sono arrivati al contatto, con il difensore giallorosso che lo ha anche preso per il collo prima che l’intervento di Chiffi riportasse un po’ di calma tra i due ex compagni.
Zaniolo espulso a fine partita
Il nervosismo per l’andamento del match e per i continui fischi ricevuti dal riscaldamento alla sostituzione non si è però solamente manifestato nell’episodio con Mancini, ma anche al termine della partita, quando Zaniolo si è visto sventolare il cartellino rosso. Dopo il triplice fischio infatti, il classe ’99 ha veementemente protestato nei confronti del direttore di gara, che lo ha così espulso, costringendolo a saltare la prossima gara con il Venezia. Un ritorno quindi molto malinconico all’Olimpico, in uno stadio che fino a qualche anno fa era la sua casa.