Disastro Ghisolfi, dalla comunicazione al mercato: il post Juric non è affar suo

Mercato flop e comunicazione scadente rendono il lavoro di Ghisolfi fin qui un vero disastro: il suo futuro è un rebus, ma intanto i Friedkin decidono che il post Juric non è affar suo

Redazione Solo la Roma
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Florent Ghisolfi, direttore tecnico della Roma

Non si salva praticamente nessuno nella Roma di questa prima parte di stagione, e la fiducia per il proseguo dell’annata è ai minimi storici. Il tifo giallorosso non è mai stato così rassegnato, tanto verso una proprietà che non ha decisamente capito come gestire un club di calcio in Italia, quanto per una squadra che non incarna più i valori di grinta e onore sempre tenuti alti anche nei momenti di difficoltà. Friedkin primi colpevoli di tale situazione, seguiti da una Lina Souloukou fuggita in fretta e furia dalla capitale, fino ad un Juric incapace di muoversi in questo caos.

Facile puntare il dito su chi è rimasto solo a tenere in piedi il club dal punto di vista dirigenziale, ma il disastro di Ghisolfi da quest’estate ad adesso è sotto gli occhi di tutti. Scelte sbagliate che lo hanno portato ad una prima conseguenza: come sottolineato da Nicolò Schira, il post Juric non è affar suo, con i Friedkin che vogliono scegliere personalmente il nuovo tecnico secondo i loro metodi, senza lasciarsi condizionare totalmente come fatto dopo l’esonero di De Rossi.

Ghisolfi non è credibile

Un segnale questo di come la fiducia tra proprietà e direttore sportivo stia scricchiolando in maniera pesante. Tutto parte sicuramente da un mercato quasi totalmente sbagliato, che ha visto il club spendere più di 100 milioni in maniera rivedibile. L’unico investimento sensato sembra essere stato quello da 15 milioni di Koné, e si spera che Dovbyk, comunque sufficiente fin qui, possa un domani valere di più dei 36 spesi. Per il resto Le Fée, Soulé, Dahl, Abdulhamid, Hermoso, Hummels… c’è da stendere un velo pietoso.

E che dire del tema comunicazione. Dopo mesi di permanenza nella capitale neanche una parola di italiano, appena un paio di interviste e mai un contenuto degno di nota. Anche nel post Bologna, al di là delle frasi di circostanza come scuse ai tifosi e ringraziamenti a Juric per l’ottimo (sul serio?) lavoro svolto, nessuna indicazione sul possibile nuovo allenatore né una risposta alla domanda se si sentisse in bilico dopo un lavoro oggettivamente insufficiente da parte sua. Ghisolfi non è credibile, tutto qui.

Rischio addio?

Anche per tutto ciò che abbiamo appena detto, nelle ultime ore si è parlato di un rischio addio per il francese, e chissà che, nel ribaltone societario che vedrà un nuovo allenatore, con Montella che prende quota, e il famigerato CEO, possa rimanerne coinvolto anche lui. Di certo le priorità sono altre al momento, e questo lo salva, ma il suo operato non è piaciuto, e questo è un dato di fatto.

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