Il Ranieri atto terzo è ufficialmente iniziato, con anche la prima conferenza stampa del tecnico a sciogliere i cuori dei tifosi all’ascolto, con le sue solite parole chiare e concise intervallate dalla vena ironica tipica romana. Il lavoro sarà sicuramente difficile, vista la situazione di caos che il 73enne di Testaccio deve provare a risolvere, ma finalmente si respira un leggera brezza di fiducia e speranza per il futuro, che solo un uomo come Claudio, al netto di un ritorno di De Rossi mai preso in considerazione, poteva portare.
La prima scelta sensata dopo mesi della proprietà, e già dalle parole di Ghisolfi ad inizio conferenza fanno capire che qualcosa potrebbe essere finalmente cambiato: “Non c’è bisogno di presentare mister Ranieri, il momento è sicuramente importante. La Roma ha bisogno di esperienza e di tornare alle sue radici, e lui conosce squadra e club. Abbiamo ritenuto fosse l’uomo giusto per un progetto che non lo vedrà solo allenatore ma anche la futura dirigenza della Roma, il tutto voluto dalla famiglia Friedkin”.
Musica per le orecchie di romani e romanisti, una prima presa di coscienza da parte della proprietà di come il loro credo americano non sia adatto alla gestione di un club di calcio italiano, a Roma specialmente. Lo stesso Ranieri lo ha sottolineato durante il suo discorso: “Capisco che in Italia il presidente ci deve stare, e gli l’ho detto. I Friedkin si sono resi conto degli errori? Direi di sì, altrimenti non mi chiamavano”. Una componente interna giallorossa imprescindibile, debellata negli anni scorsi; un messaggio questo a Totti e De Rossi?
Ranieri: “Non sono chiuso a niente”
Con l’ennesimo avvento di Ranieri era inevitabile che la parentesi sui due totem capitolini venisse affrontata, e benché Sir Claudio abbia ribadito di essere concentrato sulla stretta attualità, anche in tal senso le dichiarazioni sono interessanti: “Adesso l’importante è riportare la squadra in alto, ma si può parlare anche con Francesco Totti se ci può dare una mano. Io però vi conosco, non significa che tornerà, ma non sono chiuso a niente“.
Discorso piuttosto simile anche per quanto riguarda De Rossi: “Ci siamo sentiti e ci sentiremo in questi giorni perché è una grande persona. Onestamente adesso ho la direzione della panchina. Per ora non mi sento di sbilanciarmi su di lui e non ne abbiamo discusso coi Friedkin”. Facile però pensare che un domami, terminato il mandato da allenatore, le prime telefonate di Ranieri possano essere proprio per loro due.