Dopo il derby vinto contro la Lazio, Claudio Ranieri ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, tra presente e futuro con la Roma. Lāintervista ĆØ stata divisa in due parti, la prima pubblicata questa mattina, mentre la seconda uscirĆ domani. Queste le parole del tecnico sul successo nella stracittadina: āSono emozioni forti, anche perchĆ© sono le ultime. Ć iniziata lāultima tappa e quando pensi che sia finita, ĆØ lƬ che comincia la salita. Ho capito di essere cambiato. AllāOlimpico, quando veniva cantato lāinno di Venditti, non salivo dal tunnel perchĆ© mi commuovevo, mentre adesso riesco a reggere lāemozione e, anzi, il canto dei tifosi mi dĆ lāultima botta dāenergiaā.
Sul suo ritiro al termine della scorsa stagione: āNegli ultimi mesi ho ricevuto più richieste che dopo il trionfo col Leicester. Quando mi sono accorto che cāera ancora voglia di Ranieri, la voglia ĆØ tornata pure a me, ma sapevo che lāavrei fatto solo per due squadre, Cagliari e Roma. Quando ĆØ arrivata la chiamata della Roma? Quel lunedƬ di novembre, mi telefonò Ghisolfi per dirmi che i Friedkin volevano parlarmi. Sono partito subito per Londra. Cosa ho pensato durante il viaggio? Si ricominciaā.
Ranieri: āParlerò con Tottiā
Ranieri si ĆØ poi soffermato sul rapporto con i Friekdin: āLoro hanno capito me? E io ho capito loro, hanno voglia di fare bene, di riportare in alto la Roma. Non parlano in pubblico? PerchĆ©, vedi altri americani, mi riferisco a proprietari di squadre, che rilasciano interviste o semplici dichiarazioni? Gli americani sono fatti cosƬ. Affidano i compiti alle persone che scelgono e se non vanno bene le cambianoā.
Su come ha trovato la squadra al suo arrivo: āCome tutte le squadre che escono da un esonero. In questo caso addirittura due in pochi mesi. Giù moralmente, ma a posto fisicamente. Con Daniele e Juric avevano lavorato bene sul piano atletico. Io ho semplicemente portato le mie idee, ho provato a stimolare i ragazzi, siamo entrati presto in sintonia. Cosa significa entrare in sintonia? Pensare le stesse cose, dare tutto lāuno per gli altri. Giocare sempre alla morte. Sono uno che in allenamento pretende tanto, quando arriva la partita lascio libertĆ ai giocatori perchĆ©, se hanno lavorato bene, sanno come comportarsi sia difensivamente sia offensivamente. A ogni errore deve corrispondere una reazione, nessuno deve ripensare allo sbaglio che ha appena commessoā.
Sulla vittoria nel derby: āEro contento per i tifosi. La gioia che riesci a donare ĆØ più grande di quella che provi. Io non ho paura di dire le cose: abbiamo battuto una Lazio che sta facendo una grande stagione e un bellissimo calcio. Domenica ho visto una Roma diversa, una Roma che sa stare in campo. Molto distante da quella di Napoli, ma ero arrivato solo da un giorno e i nazionali erano appena rientrati. Il progresso, la crescita ĆØ notevole. A Napoli avevamo fatto una partita buonina, ma eravamo stati troppo timidi, non avevamo mai provato a vincereā.
Sul calciomercato: āHo giĆ una buona rosa, ma va completata perchĆ© tra poco giocheremo tre partite a settimana. Serve qualcosa in più, del resto si parla di mercato di riparazione e allora anche noi proviamo a riparare. Ci saranno delle partenze, certo, e gli ingressi dovranno rispettare i parametri del Fair Play Finanziarioā.
Su come vede Dybala: āCon il sorriso. Il sorriso ĆØ importante, chi arriva al campo col sorriso, come Paulo, facilita le cose e ti riempie il cuore. Dybala mi piaceva tanto giĆ quandāera al Palermo. Gli ho ridato centralitĆ ? Per me sono tutti centrali, devono esserlo. Paulo ĆØ di un calcio superiore, ora gioca tanto perchĆ© sta bene, ma va salvaguardato. Lo tolgo non appena lo vedo stanco. Nel derby lui e Dovbyk hanno fatto un lavoro eccezionale, contribuendo al successo in modo decisivo. Hummels e Paredes? A loro non devi dire niente, loro sanno bene cosa fare e i compagni gli riconoscono la leadership. non a caso si appoggiano sempre su di loroā.
Sul possibile ritorno di Totti: āPosso garantire che parlerò con Francesco, prima però dovrĆ capire cosa vuol fare da grande. Parlerò con lui, cosƬ come ho parlato con Daniele e vorrei tanto abbracciare Bruno Conti, che non vedo da troppo tempo. Se ci sono preclusioni dei Friedkin? Non ne abbiamo ancora parlato, ma non pensoā.