Claudio Ranieri

Roma, Ranieri: “La rosa va completata, serve qualcosa in più”

Il tecnico giallorosso ha confermato che ci saranno nuovi movimenti in entrata sul mercato e non ha chiuso a un possibile ritorno di Totti in società: "Parlerò con Francesco"

Redazione Solo la Roma
5 min di lettura

Dopo il derby vinto contro la Lazio, Claudio Ranieri ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, tra presente e futuro con la Roma. L’intervista è stata divisa in due parti, la prima pubblicata questa mattina, mentre la seconda uscirà domani. Queste le parole del tecnico sul successo nella stracittadina: “Sono emozioni forti, anche perché sono le ultime. È iniziata l’ultima tappa e quando pensi che sia finita, è lì che comincia la salita. Ho capito di essere cambiato. All’Olimpico, quando veniva cantato l’inno di Venditti, non salivo dal tunnel perché mi commuovevo, mentre adesso riesco a reggere l’emozione e, anzi, il canto dei tifosi mi dà l’ultima botta d’energia“.

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Sul suo ritiro al termine della scorsa stagione: “Negli ultimi mesi ho ricevuto più richieste che dopo il trionfo col Leicester. Quando mi sono accorto che c’era ancora voglia di Ranieri, la voglia è tornata pure a me, ma sapevo che l’avrei fatto solo per due squadre, Cagliari e Roma. Quando è arrivata la chiamata della Roma? Quel lunedì di novembre, mi telefonò Ghisolfi per dirmi che i Friedkin volevano parlarmi. Sono partito subito per Londra. Cosa ho pensato durante il viaggio? Si ricomincia“.

Ranieri: “Parlerò con Totti”

Ranieri si è poi soffermato sul rapporto con i Friekdin: “Loro hanno capito me? E io ho capito loro, hanno voglia di fare bene, di riportare in alto la Roma. Non parlano in pubblico? Perché, vedi altri americani, mi riferisco a proprietari di squadre, che rilasciano interviste o semplici dichiarazioni? Gli americani sono fatti così. Affidano i compiti alle persone che scelgono e se non vanno bene le cambiano“.

Su come ha trovato la squadra al suo arrivo: “Come tutte le squadre che escono da un esonero. In questo caso addirittura due in pochi mesi. Giù moralmente, ma a posto fisicamente. Con Daniele e Juric avevano lavorato bene sul piano atletico. Io ho semplicemente portato le mie idee, ho provato a stimolare i ragazzi, siamo entrati presto in sintonia. Cosa significa entrare in sintonia? Pensare le stesse cose, dare tutto l’uno per gli altri. Giocare sempre alla morte. Sono uno che in allenamento pretende tanto, quando arriva la partita lascio libertà ai giocatori perché, se hanno lavorato bene, sanno come comportarsi sia difensivamente sia offensivamente. A ogni errore deve corrispondere una reazione, nessuno deve ripensare allo sbaglio che ha appena commesso“.

Sulla vittoria nel derby: “Ero contento per i tifosi. La gioia che riesci a donare è più grande di quella che provi. Io non ho paura di dire le cose: abbiamo battuto una Lazio che sta facendo una grande stagione e un bellissimo calcio. Domenica ho visto una Roma diversa, una Roma che sa stare in campo. Molto distante da quella di Napoli, ma ero arrivato solo da un giorno e i nazionali erano appena rientrati. Il progresso, la crescita è notevole. A Napoli avevamo fatto una partita buonina, ma eravamo stati troppo timidi, non avevamo mai provato a vincere“.

Sul calciomercato: “Ho già una buona rosa, ma va completata perché tra poco giocheremo tre partite a settimana. Serve qualcosa in più, del resto si parla di mercato di riparazione e allora anche noi proviamo a riparare. Ci saranno delle partenze, certo, e gli ingressi dovranno rispettare i parametri del Fair Play Finanziario“.

Su come vede Dybala: “Con il sorriso. Il sorriso è importante, chi arriva al campo col sorriso, come Paulo, facilita le cose e ti riempie il cuore. Dybala mi piaceva tanto già quand’era al Palermo. Gli ho ridato centralità? Per me sono tutti centrali, devono esserlo. Paulo è di un calcio superiore, ora gioca tanto perché sta bene, ma va salvaguardato. Lo tolgo non appena lo vedo stanco. Nel derby lui e Dovbyk hanno fatto un lavoro eccezionale, contribuendo al successo in modo decisivo. Hummels e Paredes? A loro non devi dire niente, loro sanno bene cosa fare e i compagni gli riconoscono la leadership. non a caso si appoggiano sempre su di loro“.

Sul possibile ritorno di Totti: “Posso garantire che parlerò con Francesco, prima però dovrà capire cosa vuol fare da grande. Parlerò con lui, così come ho parlato con Daniele e vorrei tanto abbracciare Bruno Conti, che non vedo da troppo tempo. Se ci sono preclusioni dei Friedkin? Non ne abbiamo ancora parlato, ma non penso“.

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