Due passi avanti e uno indietro, questa l’etichetta che la Roma si sta portando avanti da ormai due mesi abbondanti, il lasso di tempo che Claudio Ranieri ha avuto finora a disposizione per cercare di mettere cerotti sparsi ai mille problemi che la squadra presentava al suo arrivo. Molte cose sono migliorate, ma le fragilità del gruppo riemergono ogni tanto in maniera fragorosa, come nella brutta sconfitta in trasferta con l’AZ Alkmaar, l’ennesimo ko esterno dei giallorossi. Subito però un nuovo viaggio lontano dalla capitale per fare visita all’Udinese di Runjaic, autrice di un buon cammino fin qui in Serie A.
Friulani esattamente a metà classifica, al 10° con 26 punti, con ben 7 lunghezze di vantaggio sul Verona terz’ultimo e appena una di ritardo rispetto alla Roma 9ª, perfettamente in linea con l’obiettivo minimo della salvezza. Dopo un inizio folgorante, con l’Udinese anche a toccare la prima posizione, un fisiologico ridimensionamento e una vittoria che manca da 4 partite (1-2 a Firenze il 23 dicembre): da lì 3 pareggi consecutivi, con Torino, Verona e Atalanta, fino alla roboante sconfitta per 4-1 a Como nell’ultimo turno. Un avversario che la banda di Ranieri dovrà comunque prendere con le pinze, per tanti motivi.
Prima e unica gioia di Juric, ma l’Udinese non c’era
Partiamo però da quella che fu l’andata contro i bianconeri, una gara a suo modo da ricordare in questa stagione: trattasi dell’esordio di Juric da allenatore della Roma, a seguito di una delle settimane più turbolente vissute a Trigoria, con l’allontanamento di De Rossi voluto da Lina Souloukou senza consultare il capitano Pellegrini. In quel match giocato all’Olimpico anche la prima delle tante contestazioni che metterà in atto la Curva Sud, entrata al 30′ con molteplici striscioni ad osannare DDR e contro le decisioni della proprietà.
Sarà di fatto anche l’unica gioia di Juric sulla panchina giallorossa, o meglio l’unica vittoria convincente della sua era, visto che le altre contro Venezia, Dinamo Kiev e Torino non sono di certo entrate negli annali per come la squadra si era espressa. Un 3-0 senza storia che vedrà alcune scelte sui singoli, come Angelino braccetto o Koné in panchina, e il gioco uomo contro uomo a tutto campo, marchio di fabbrica del tecnico croato, non pagare nella lunga distanza.
Con uno dei pochi gol di Dovbyk da attaccante di razza, un bel diagonale di sinistro, il rigore di Dybala e l’unico centro in questa Serie A di Baldanzi, la Roma passeggia e vince nella più classica delle reazioni post esonero di un tecnico, al netto di un’Udinese che non c’era in quel frangente. Friulani rinunciatari nel proporre gioco, con poca aggressività nelle gambe e molto bassi, diversi rispetto ai dettami che Runjaic è solito dare ai suoi. Sarà la prima sconfitta, alla 5ª giornata, per l’Udinese, che ne aveva raccolti 10 nelle precedenti 4, ma aspettiamoci un atteggiamento diverso rispetto all’andata.
Brutta Udinese a Como: il 4-1 offre spunti alla Roma
Di strada ne hanno fatta i bianconeri da quella metà di novembre, ma come accennato a Como si è vista una brutta Udinese, in una partita definita “strana” da un Runjaic per nulla contento: “Abbiamo iniziato male senza intensità e senza la giusta attenzione. Non è il modo di giocare contro il Como e non sono per nulla soddisfatto. C’è tanto da lavorare, non pensiamo alla classifica ma alla prossima partita”. Sta tutto qui, aggressività ed intensità. Due concetti che se i friulani non riescono a mettere in campo li rendono estremamente vulnerabili.
Un qualcosa che la Roma dovrà tenere bene a mente in vista del match della Bluenergy Arena, dove imporre il proprio gioco sarà fondamentale, attraverso un giro palla che dovrà essere molto più veloce rispetto a quanto visto ad Alkmaar, per non permettere all’avversario di portare il pressing in maniera adeguata o tenere in mano le redini della gara. A Como, specialmente nella prima frazione, l’Udinese è andata in sofferenza specialmente sugli esterni.
Fadera ed in particolare Diao sulla destra hanno fatto ammattire i mal capitati Modesto e Kamara, che nell’uno contro uno si sono molto spesso lasciati saltare. A Saelemaekers ed Angelino, dovessero essere loro i titolari, il compito di enfatizzare questo particolare anche domenica, laddove la Roma ha spesso trovato nei suoi laterali linfa per le proprie azioni d’attacco. Tante però le partite buone in stagione dell’Udinese, profondamente cambiata rispetto agli scorsi anni.
Personalità e verticalità, e di testa un’Udinese impenetrabile
Sicuramente una scelta esotica sull’allenatore quest’estate per la famiglia Pozzo, ma quella di Runjaic è un’Udinese nuova sotto tanti punti di vista. In fase di non possesso lo abbiamo capito: aggressività ed intensità sono i suoi mantra (seconda per intercetti in Serie A), una squadra non più attendista come una volta, ma proiettata in pressione quando l’avversario muove il pallone da rimessa dal fondo. A Como il gol arriva proprio così, con attaccanti ed esterno sinistro a mordere le caviglie dei difensori, Payero che anticipa Strefezza e scarica in porta dal limite dell’area.
La fase di possesso invece è anzitutto diretta conseguenza del modo di difendersi: la volontà è quella di cercare subito la verticalità, che sia per gli esterni o per gli attaccanti, nel classico 3-5-2 disegnato da Runjaic. Karlstrom è il metronomo, ma di base l’Udinese non sviluppa trame di gioco lunghe e pazienti, alla ricerca del varco giusto per servire Thauvin tra le linee o Lucca sul corpo. Ciò che più colpisce dei friulani è la personalità che il tecnico austriaco è riuscito a portare, come non si vedeva da tempo da quelle parti.
Un ultimo dato? Di testa l’Udinese è impenetrabile: una caratteristica che vale tanto per l’attacco, visto che è una delle squadre a crossare di più in Serie A e terza per gol di incornata, quanto in difesa, essendo l’unica insieme al Napoli a non aver subito reti di testa. Contro la Roma ci sarà anche Touré titolare, il centrale di 2.06 metri, complice la squalifica di Solet. Un Runjaic che a Udine sta facendo bene e non ha intenzione di fermarsi: dai tempi di Guidolin, solo Cioffi tra dicembre e giugno 2021 ha avuto una media punti migliore tra quelli con più di 6 partite (1,42 a 1,33 entrambi in 24 gare).
Roma, ricordi il derby? Esterni e Dovbyk le chiavi
Friulani da prendere con le pinze insomma, ma le armi a disposizione della Roma ci sono. Un indizio importante ce lo potrebbe dare il derby di inizio gennaio, vinto dai giallorossi per 2-0: vi ricordate i due gol? Palla sopra da difensore o portiere a cercare il fisico di Dovbyk, per saltare la pressione alta della Lazio, sponda per uno tra Dybala e Pellegrini ed ecco aprirsi praterie da sfruttare a dovere. Se sarà un’Udinese più attendista non lo possiamo sapere a priori, ma dovesse mantenere i suoi principi di gioco e aggredire il terzetto arretrato di Ranieri, ecco che tale soluzione potrebbe risultare proficua ancora una volta.
Il primo chiamato ad una prestazione diversa rispetto a quella vista con l’AZ Alkmaar è dunque Dovbyk, che dovrà alternare il lavoro sporco di difesa palla e rifinitura con l’attacco alla profondità, per costringere l’Udinese a ripiegare dopo il pressing e consumare energie. Occhio poi agli esterni: come detto, a Como sono andati molto in sofferenza se puntati, e isolarli nell’uno contro uno con un giro palla veloce sarà probabilmente un’altra delle richieste di Ranieri.