La stagione per la Roma rimane lunga e complicata, ma il primo mini obiettivo stagionale, quello del play-off di Europa League da disputare contro il Porto, è stato raggiunto. Fra pochi giorni ci sarà l’altro fondamentale appuntamento extra campionato, il quarto di finale di Coppa Italia col Milan, ma prima ecco l’appuntamento di Serie A con la capolista, un Napoli sempre più lanciato nella corsa allo scudetto. L’appuntamento è per domenica sera, alle 20:45, in quella che dovrà essere la partita perfetta dei giallorossi per ottenere un risultato positivo.
La prima buona notizia è evidente: si gioca in un Olimpico diventato certezza per la Roma rispetto alle trasferte, decisamente più complicate. Vero è però che i partenopei hanno perso una sola volta lontano dal Maradona, il noto 3-0 di Verona della 1ª giornata di campionato, ottenendo poi 8 vittorie e 2 pareggi, contro Juventus e Inter. L’ultima ad infliggere un ko alla squadra di Conte è stata l’altra squadra della capitale, in un 0-1 Lazio datato 8 dicembre 2024; e poi? Serie ancora attiva di 7 vittorie consecutive, le ultime due con Atalanta e Juventus. I numeri parlano chiaro, e quali potranno essere dunque le mosse anti Napoli dei giallorossi?
A Napoli la prima di Ranieri, ma la Roma è cambiata
Prima di addentraci nel presente, un piccolo tuffo nel recente passato, che ha visto il Ranieri ter iniziare proprio a Napoli. Dopo il per nulla rimpianto addio di Juric e la pausa per le Nazionali, il tecnico di Testaccio cerca di aggiustare i cocci di una squadra allo sbando, e l’avventura inizia proprio con il più proibitivo degli appuntamenti. Roma che si presenta con un 4-3-2-1 che non avrà poi futuro e un blocco molto basso e timido, di chi non ha costruito certezze a cui aggrapparsi nei mesi precedenti.
Il risultato è un primo tempo in cui di buono c’è solo il non aver subito gol, ma il pallino del gioco è totalmente nelle mani di un Napoli rodato, che ha già interiorizzato alla grande i dettami tattici di Conte. Nella ripresa si vara un 3-5-2 che sarà poi perfezionato nel tempo, in quel caso con Baldanzi a supporto di Dovbyk e le corsie presidiate da Angelino e Celik. L’effetto ottenuto è una maggior densità difensiva nonché un presidio migliore sulle fasce, ma proprio dalla sinistra arriverà l’azione del gol, con Di Lorenzo che salta l’esterno spagnolo della Roma e trova un Lukaku che brucia sul tempo Hummels.
Reazioni non ce ne saranno, e la partita scivolerà via con un 1-0 che non sorprende, visto il periodo che stava attraversando squadra e club. Ranieri si dirà dispiaciuto di aver visto i suoi troppo rinunciatari e intimiditi, capendone però gli ovvi motivi e lavorandoci sopra, tant’è che già a Londra contro il Tottenham, qualche giorno più tardi, si vedrà già una Roma cambiata, diversa nell’atteggiamento. Da lì, seppur con qualche basso (Como e Alkmaar), arriveranno sensibili miglioramenti, ed ora riecco il Napoli da affrontare con gioco e spirito differenti.
Mezz’ali e mossa Di Lorenzo: le indicazioni da Napoli-Juventus
Risulta ovvio pensare che, nei pochi giorni a disposizione per preparare il match, Ranieri abbia studiato a fondo Napoli-Juventus, giocatasi sabato scorso e ricca di indicazioni preziose. Sarà anzitutto interessante vedere se Conte opterà per un pressing alto importante, qualche volta aggirato dai bianconeri nella prima frazione ma estremamente efficace nella seconda, o aspetterà la Roma un po’ più basso, per non lasciare spazio alle sponde di Dovbyk per i rimorchi, cosa risultata letale ad esempio nel derby della capitale contro la Lazio.
Dovessimo lanciare una monetina opteremmo più per la prima soluzione, con la classica grinta alla Conte tratto caratteristico della sua squadra. Il fatto che il tutto abbia funzionato meglio nel secondo tempo è dato soprattutto dal fattore Di Lorenzo, in una delle più geniali mosse tattiche del tecnico partenopeo: nei primi 45′ la Juventus aveva azionato bene la prima pressione, con Kolo Muani fisso su Lobotka, Yildiz e Nico Gonzalez sui due centrali di difesa e Cambiaso e McKennie pronti ad alzare sui terzini azzurri, bloccati sulla linea laterale.
Al rientro dall’intervallo è diventata decisivo appunto il movimento dentro al campo di Di Lorenzo, difficile da leggere per terzino e centrocampista della Juventus, cosa che permetteva al Napoli di saltare la prima pressione, superare la metà campo e schiacciare la banda di Thiago Motta al ridosso dell’area avversaria. Un qualcosa che la Roma dovrà tenere bene a mente, specialmente se deciderà di giocare con punta e due trequartisti, con gli esterni che dovranno comunicare adeguatamente con i mediani per contrastare tale giocata. Un secondo tema è quello delle mezz’ali.
Anguissa e McTominay di un’altra categoria
La mina vagante Di Lorenzo, in posizione più centrale, crea l’effetto domino, permettendo ad Anguissa e McTominay di alzarsi, quasi affiancare Lukaku e riempire l’area di rigore, dove per fisico e pericolosità sono al momento immarcabili. E cosa ha detto infatti la gara in quanto ad azioni decisive? Al 50′ imbucata del capitano del Napoli per il camerunense, cross morbido per lo scozzese che non trova il pallone in rovesciata, ma sullo sviluppo dell’azione arriverà il miracoloso salvataggio sulla linea di Di Gregorio su colpo di testa di Lukaku.
E poi? Pennellata morbida di Politano per il pareggio di testa di Anguissa (e provate a vedere chi c’era accanto a lui…), imbucata di BigRom, abbassato a ricevere lo scarico dell’esterno, per McTominay, che si guadagna il rigore della vittoria. Gli inserimenti di due mezz’ali al momento fuori categoria sono dunque una delle armi migliori del Napoli in questo momento, un qualcosa che la Roma dovrà trovare il modo di contrastare se vuole portare a casa punti.
Fattore Conte, è un Napoli mai domo
Alcune chiavi tattiche del match le abbiamo dunque viste, dal pressing alto al movimento di Di Lorenzo, fino alla posizione di Anguissa e McTominay. A queste si possono aggiungere anche un Lukaku che può essere trovato sul corpo, e in questo sarà fondamentale il one to one con Hummels, e due ali come Neres e Politano sempre a pestare la linea, sia per ricevere e puntare l’avversario che per allargare le maglie della difesa e permettere ai centrocampisti di buttarsi dentro. Ma c’è di più oltre alle idee di campo.
Le partite contro Atalanta e Juventus, due big match nei quali era andato in svantaggio per poi rimontare, parlano di un Napoli mai domo, perfettamente settata sull’obiettivo scudetto e con le idee chiare sia nel gioco che nell’atteggiamento. Contro la Vecchia Signora, il recupero difensivo di Politano con tanto di esultanza e conseguente sostituzione per crampi e il fallo guadagnato da Simeone, entrato solo per pochi minuti, a fine gara per far respirare la squadra, sono le immagini emblematiche della grinta che Conte sa tirar fuori dai suoi giocatori, un fattore determinante nella singola gara e nell’economia di un campionato.
Densità a centrocampo e Dovbyk: che Roma sarà ?
Insomma, un quadro che dipinge un Napoli con veramente pochi punti deboli e tante frecce al suo arco, per una Roma che non dovrà sbagliare nulla per ottenere il bottino pieno. Si parte anzitutto dalle scelte di Ranieri, per nulla scontate, viste le fatiche nella decisiva vittoria contro l’Eintracht Francoforte in Europa League ed un quarto di finale di Coppa Italia da giocare mercoledì sera. Occhio ad esempio a Rensch, che dopo l’ottimo esordio a Udine ed il riposo di giovedì, prova ad insidiare Saelemaekers sulla destra, per quella che sarebbe una soluzione più difensiva.
Per il resto giallorossi che proveranno a fare densità a centrocampo, proprio per non lasciare spazio di inserimento a McTominay e Anguissa. Facile dunque che Pellegrini possa arretrare la sua posizione da trequartista a mezz’ala, per una Roma uomo contro uomo in quasi tutte le zone del campo. Davanti ovvia la presenza di Dybala, così come dovrebbe essere confermato Dovbyk, nonostante la brutta prova con l’Eintracht ed un Shomurodov in gol. Ucraino chiamato ad una grande prestazione, in fase realizzativa come di rifinitura, per regalare al popolo giallorosso una notte magica contro il Napoli.