Finalmente Matias Soulé. Una punizione maradoniana (non ce ne vogliano i tifosi del Napoli) del talento argentino è bastata alla Roma per sbancare il Tardini e ottenere la terza vittoria consecutiva in trasferta in campionato. Un lampo del giocatore più atteso, che prima ha guadagnato un fallo al limite dell’area, costringendo Leoni all’espulsione per chiara occasione da gol, poi ha disegnato una traiettoria perfetta, infilando il pallone sotto l’incrocio dei pali.
Nonostante il risultato di misura, Ranieri ha ottenuto un’altra vittoria fondamentale, potendosi permettere il lusso di lasciare in panchina diversi titolari. Hummels e Dovbyk hanno trascorso tutti i 90 minuti a bordocampo, Pellegrini ha giocato solo un tempo, mentre Angelino ha avuto poco più di un quarto d’ora. Dybala, invece, è rimasto a Roma per recuperare dalla botta al ginocchio. Un segnale chiaro della solidità della squadra, che guarda con fiducia alla sfida di giovedì contro il Porto e al rush finale in Serie A, dove la classifica appare decisamente più incoraggiante rispetto a qualche settimana fa.
L’analisi del primo tempo
Dopo la battaglia del Do Dragão e in vista del match di ritorno all’Olimpico, Ranieri ha fatto affidamento sulle seconde linee, dando spazio agli ultimi arrivati. Il tecnico ha schierato un 3-5-2 con Svilar tra i pali, Celik, Mancini e Ndicka in difesa, Saelemaekers e Salah-Eddine (all’esordio assoluto in giallorosso) sulle corsie esterne, Paredes in regia affiancato da Gourna-Douath e Koné, con Soulé e Shomurodov in attacco. Pecchia ha risposto con 4-3-3 con Delprato, Vogliacco, Leoni e Valeri, davanti a Suzuki, Keita, Bernabé e Sohm a centrocampo, Man e Cancellieri esterni d’attacco con Bonny centravanti.
La Roma ha preso subito il controllo del gioco, mentre il Parma ha scelto un approccio più attendista, cercando di chiudere le linee di passaggio e ripartire in velocità . In fase di non possesso, i giallorossi hanno pressato alto, con Gourna-Douath incaricato di limitare Bernabé, regista dei ducali.
Nei primi minuti, però, la squadra di Ranieri ha faticato a creare occasioni nitide. Soulé, pur dotato di qualità tecniche eccellenti, non ha la stessa capacità di Dybala e Pellegrini nel muoversi tra le linee, costringendo spesso Gourna-Douath a spingersi in avanti per supportare la manovra offensiva. La Roma ha provato anche a verticalizzare con lanci di Paredes per Shomurodov, ma l’uzbeko ha faticato a gestire i palloni ricevuti.
Il Parma ha sfiorato il vantaggio con una rapida ripartenza orchestrata da Cancellieri, che ha servito Bonny in area, ma l’attaccante ha calciato sull’esterno della rete. La Roma ha capito che doveva colpire palla a terra e, poco dopo, è arrivata l’azione decisiva. Shomurodov ha servito un filtrante perfetto per Soulé, che si è involato verso la porta prima di essere atterrato da Leoni. In un primo momento Chiffi ha assegnato il rigore e ammonito il difensore, poi il VAR ha corretto la decisione concedendo una punizione dal limite ed espellendo il giocatore del Parma. Da lì, la magia: Soulé ha trasformato il calcio piazzato con un capolavoro balistico, portando in vantaggio i giallorossi.
Pecchia ha subito cambiato assetto, inserendo Balogh al posto di Man e ridisegnando la squadra con un 4-3-2 con Bonny e Cancellieri in attacco. La Roma ha provato a sfruttare la superiorità numerica, ma non è riuscita a trovare il raddoppio, sprecando due occasioni con Shomurodov e Paredes.
L’analisi del secondo tempo
La ripresa è iniziata con diversi cambi: Pecchia ha inserito Almqvist per Keita, ridisegnando la squadra con un 4-4-1, mentre Ranieri ha tolto Koné per Pellegrini e Mancini (uscito per un problema alla caviglia) per Nelsson, pensando anche alla sfida di giovedì. Inoltre, Saelemaekers è stato avanzato sulla trequarti per coinvolgerlo maggiormente nella manovra, spostando Soulé sulla fascia.
La Roma ha mantenuto il possesso palla cercando di chiudere il match, assumendo spesso una forma più offensiva con Celik alto sulla destra e una sorta di 4-2-3-1 in fase di costruzione. Pellegrini e Saelemaekers hanno giocato molto vicini, mentre Soulé e Salah-Eddine hanno allargato il campo. L’occasione migliore per chiudere la partita è arrivata ancora dai piedi di Soulé: l’argentino ha rubato palla a Vogliacco e si è presentato a tu per tu con Suzuki, che ha respinto il primo tiro con un ottimo intervento, superandosi poi con un riflesso felino sul tap-in di Salah-Eddine, che ha però calciato troppo debolmente.
Nonostante la superiorità numerica, la Roma non è riuscita a trovare il raddoppio, limitandosi a gestire il possesso e a far girare il Parma a vuoto. Baldanzi, subentrato a un deludente Saelemaekers, ha portato più vivacità nel finale, ma i ducali non sono mai stati realmente pericolosi dalle parti di Svilar. La Roma ha così portato a casa tre punti fondamentali, allungando la sua striscia positiva a nove partite senza sconfitte.
Soulé magico, ma serve più concretezza
Negli ultimi mesi si è discusso molto su Soulé, chiedendosi se avesse la personalità necessaria per imporsi in una grande squadra come la Roma. La risposta è arrivata con una prestazione da protagonista: oltre al gol meraviglioso, l’argentino ha dimostrato carattere e voglia di prendersi responsabilità , come confermato dalle sue parole nel post-partita.
Oltre ai numeri offensivi (2 passaggi chiave, 88% di precisione nei passaggi, 1 dribbling riuscito), impressionano le sue statistiche difensive:, 8 palloni recuperati, 7 duelli vinti su 9, 1 contrasto riuscito e un duello aereo vinto. Una prova totale per l’ex Frosinone e Juventus.
La Roma, intanto, sembra aver superato il suo tabù trasferta: con questa sono tre le vittorie consecutive lontano dall’Olimpico, con 21 punti raccolti nelle ultime 9 giornate (solo il Napoli capolista ha tenuto il passo dei giallorossi). Anche la solidità difensiva è migliorata con Ranieri: appena 2 gol subiti nelle ultime 4 partite di campionato, con la porta inviolata per la seconda volta di fila.
Se c’è un aspetto da perfezionare, è la gestione delle occasioni: la Roma avrebbe dovuto chiudere prima il match. Suzuki ha compiuto due interventi straordinari, ma sia Soulé che Salah-Eddine avrebbero dovuto essere più cinici sotto porta. Per fortuna, questa volta, la beffa non è arrivata.
Testa al Porto
Adesso, il calendario permette alla Roma di tentare lo sprint in campionato per staccarsi dal centro della classifica e puntare a posizioni più ambiziose. Prima del prossimo big match (contro la Juventus il 6 aprile), i giallorossi affronteranno Monza, Como, Empoli, Cagliari e Lecce nelle prossime cinque giornate. Impegni alla portata dei giallorossi, che però devono continuare a pensare partita per partita. Adesso la testa va al ritorno con il Porto, dove servirà la massima concentrazione e la spinta dell’Olimpico per il passaggio del turno.