Dopo l’agrodolce pareggio interno contro la Juventus, che lascia un pizzico di amaro in bocca ma tiene aperti i discorsi per il 4° posto, non sarà costretta a lunghe trasferte la Roma nel weekend a venire, visto che il prossimo appuntamento è proprio quel derby che, all’andata, segnò l’inizio della super rimonta giallorossa in campionato. Squadre già al lavoro nei rispettivi centri sportivi, con la Lazio che perde Nuno Tavares e si vede costretta a rinunciare ad una pedina fondamentale, mentre i capitolini, al di là di un Ranieri concentrato sul campo, devono affrontare una questione importante: un nuovo intoppo sulla questione stadio.
Che non sarebbe stato un processo semplice era da mettere in conto, ma ora i problemi si susseguono in rapida successione. Proprio oggi l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Dario Tamburrano e l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino hanno rilasciato una nota congiunta piuttosto significativa, che potrebbe condizionare i lavori. Il tema principale? “Le evidenze che a Pietralta esiste un importante bosco urbano nell’area in cui Gualtieri e la giunta capitolina vorrebbero edificare l’impianto”.
Il tema dunque è sempre quello, che da settimane rallenta le operazioni, quell’area boschiva che gli esperti stanno analizzando per decidere se sia da salvaguardare o meno. Un tema piuttosto importante e cruciale per poter dare inizio agli scavi archeologici nell’area, e l’opinione di Tamburrano e Marino è molto chiara, volta a mettere in guardia club e sindaco.
“Non siamo contro lo stadio, ma le nuove opere si realizzino senza consumo di suolo”
La nota redatta è piuttosto esaustiva nelle sue argomentazioni: “Adesso è indispensabile congelare l’iter per la realizzazione dello stadio, affinché la realtà dei fatti emerga nella sua completezza e il bosco venga tutelato. Per rendersi conto che tale area verde esiste basta andarci, o almeno leggere la relazione con la quale un agronomo, in dicembre, ha messo nero su bianco che il bosco è tale anche rispetto alla definizione burocratica. L’amministrazione capitolina dovrà ora prenderne coscienza. È di pubblica utilità ben più di nuovi ed enormi edifici perché mitiga l’isola di calore urbano e riduce le polveri sottili”.
E ancora: “L’Europa ha imboccato la strada del contrasto alle ulteriori cementificazioni urbane. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per impedire che la Roma di Gualtieri marci in una direzione ostinatamente opposta. La capitale ha un numero enorme di ettari con edifici ed aree dismesse da recuperare. Non siamo contro lo stadio nuovo, ma vogliamo che le nuove opere di realizzino senza consumo di suolo, invece di cementificare le superfici ancora verdi. Proteggere il verde di Roma, riutilizzando le zone già impermeabilizzate e dove sorgono stabili abbandonati, è e sarà il nostro mantra nell’interesse dei cittadini. Un’amministrazione saggia lavora per il bene dei cittadini, non per gli interessi dei costruttori”.