Dopo 19 risultati positivi, la Roma interrompe il suo cammino da imbattuta in Serie A, cadendo al Gewiss Stadium sotto i colpi di un’Atalanta cinica e determinata. Una sconfitta che fa rumore, non solo per l’interruzione della striscia positiva di risultati, ma soprattutto per il momento che la Roma sta vivendo.
Il 2-1 inflitto dall’Atalanta rappresenta un brusco stop nella corsa europea dei giallorossi e allontana in maniera significativa il sogno Champions League, obiettivo che fino a poche settimane fa sembrava incredibilmente alla portata.
Claudio Ranieri, chiamato dopo l’esonero di Ivan Juric, ha compiuto una sorta di miracolo: ha preso in mano una squadra in piena crisi, a rischio retrocessione, e l’ha condotta fino alla zona Europa. Ora, però, a due giornate dalla fine del campionato serve capire cosa rimane davvero di questa lunga cavalcata. Quali energie, mentali e fisiche, ha ancora a disposizione la squadra per chiudere il campionato nel migliore dei modi?
La sconfitta con l’Atalanta, il sogno Champions si allontana
Quella contro l’Atalanta è stata una sconfitta pesante, soprattutto dal punto di vista mentale. I giallorossi non sono riusciti a centrare il ventesimo risultato utile consecutivo, interrompendo una striscia positiva e allontanando quasi definitivamente il sogno di tornare in Champions League, obiettivo che manca da troppi anni nella Capitale.
Ma cosa ha frenato la Roma lunedì 12 maggio al Gewiss Stadium? Forse la stanchezza, forse la pressione di un traguardo sempre più vicino. Nel post partita, ai microfoni di DAZN, Claudio Ranieri alla domanda sulla possibilità di raggiungere la Champions League, non ha nascosto le difficoltà: “Dopo la gara di questa sera non lo so, ma noi giocheremo come abbiamo sempre fatto”. L’allenatore giallorosso ha poi voluto chiarezza sull’episodio VAR che ha fatto molto discutere, dando vita anche a un confronto diretto con Luca Marelli.
Bisogna archiviare l’Atalanta e concentrarsi sul Milan, ma per conquistare l’Europa che conta, ora la Roma non dipende più soltanto da sé stessa. Per una clamorosa qualificazione in Champions, servirebbe una combinazione di risultati favorevoli: la Roma dovrebbe vincere entrambe le prossime partite, Lazio e Juventus dovrebbero perdere o pareggiare le ultime due giornate.
Un incastro difficile, ma non impossibile. E finché la matematica non condanna, Ranieri e i suoi continueranno a crederci.
Ora testa al Milan, e dopo cosa resta?
Domenica 18 maggio 2025, la Roma scenderà in campo allo Stadio Olimpico per affrontare il Milan in una sfida decisiva, carica di emozioni e significati. Sarà infatti l’ultima partita casalinga di Claudio Ranieri da allenatore giallorosso, un momento che si preannuncia storico e toccante per tutto l’ambiente romanista. Ma non ci sarà spazio per la nostalgia: serve determinazione, coraggio e spirito di sacrificio.
I giallorossi dovranno affrontare i rossoneri con il coltello tra i denti, con la mentalità da 11 gladiatori, pronti a dimostrare sul campo la grandezza della Roma e ad onorare il lavoro straordinario svolto da Ranieri in questi mesi.
In questa stagione la Roma ancora non ha vinto con il Milan, la gara di andata era finita in pareggio, mentre in Coppa Italia addirittura una pesante sconfitta per 3-1. E’ il momento di cambiare rotta. La squadra dovrà entrare in campo con una mentalità più compatta, lasciandosi alle spalle la delusione e concentrandosi su ciò che conta davvero: la vittoria.
Come ha sempre ribadito Ranieri, la Roma gioca partita per partita, senza fare calcoli. Il focus è sul presente, non su quello che “potrebbe essere”. Serve concretezza, carattere e soprattutto cuore.
Il futuro della Roma in mano a chi sa valorizzarla
A due giornate dalla fine del campionato, è normale iniziare a tirare le somme: chi ha saputo emergere davvero, chi si è dimostrato all’altezza di indossare la maglia della Roma, e chi, invece, non ha lasciato il segno. Tra tutti sembra spiccare Matías Soulé.
Dopo l’infortunio di Dybala, l’argentino ha cominciato a vestire la maglia da titolare, offrendo prestazioni di alto livello. Con 5 gol e 3 assist, Soulé ha dimostrato di poter essere decisivo, capace di accendere il gioco e guidare la manovra offensiva. Un’altra rivelazione è senza dubbio Koné, diventato un pilastro del centrocampo. Dotato di una tecnica personale e inaspettata, è riuscito spesso a lasciare il pubblico a bocca aperta, conquistandosi il posto da titolare grazie a prestazioni solide e continue. Altri giocatori non sono stati altrettanto decisivi e diversi di loro lasceranno Trigoria al termine della stagione. Altri sono ancora in bilico e le prossime settimane saranno decisive per capire chi resterà e chi saluterà.
Il grande punto interrogativo riguarda proprio la guida tecnica. Con l’addio di Claudio Ranieri, non ci sono ancora certezze su chi sarà il nuovo allenatore. Ogni giorno spuntano nomi nuovi, ma non è ancora arrivata nessuna conferma ufficiale. Una sola cosa è chiara: servirà un profilo forte, esperto e ambizioso. La piazza attende con ansia, ma anche con speranza. Perché chi allena la Roma, non guida solo una squadra: guida una fede.