Negli ultimi giorni ha fatto discutere il caso esploso al termine della gara tra Roma e Fiorentina Primavera. L’episodio increscioso ha visto protagonista Nicolò Zaniolo e due giovani talenti giallorossi, finiti loro malgrado al centro dell’attenzione. La Roma, con una nota ufficiale, ha confermato l’aggressione subita da Mattia Almaviva e Marco Litti, entrambi classe 2006. I ragazzi, come si legge sul comunicato, sono stati addirittura costretti a ricorrere alle cure mediche dopo i fatti avvenuti negli spogliatoi del Viola Park.
Mentre la società ha preso una netta posizione in loro difesa, le famiglie dei ragazzi stanno valutando eventuali azioni legali. L’eco mediatica si concentra sulle dinamiche e sulle responsabilità dell’accaduto, ma sullo sfondo resta ciò che più conta: chi sono questi due giovani, e qual è il percorso calcistico che li ha portati fin qui. Perché oltre le polemiche, ci sono due carriere in fase di crescita che oggi rischiano di essere segnate da un episodio tanto negativo quanto assurdo.
Mattia Almaviva: il “ragazzino” della fascia di Totti
Mattia Almaviva, nato nella Capitale nel 2006, è uno dei centrocampisti della Primavera giallorossa. Il suo nome è legato a una delle immagini più iconiche della storia recente della Roma: proprio lui infatti era il bambino che, nel giorno dell’addio al calcio di Francesco Totti, ricevette dal capitano la fascia al braccio, sotto gli occhi commossi dell’intero Stadio Olimpico. Un momento che fece il giro del mondo, simbolo di un’eredità sportiva e affettiva che Mattia ha portato con sé nel suo percorso.
Dopo gli inizi nel Savio, fu notato durante un centro estivo a Trigoria e colpì subito per tecnica, rapidità e intelligenza in campo. Bruno Conti fu tra i primi a credere in lui. Dopo una stagione all’Acqua Acetosa, in attesa che la Roma allestisse il gruppo dei 2006, è entrato stabilmente nel vivaio giallorosso, dove ha continuato a crescere con costanza.
Lo scorso anno, proprio con Daniele De Rossi – che non a caso condivide con Totti un pezzo importante di storia giallorossa – ha assaporato il calcio dei grandi, venendo convocato in prima squadra per un’amichevole di fine stagione a Perth contro il Milan. In questa stagione, invece, si è messo in evidenza con prestazioni di alto livello, tra cui una tripletta realizzata in dieci minuti contro l’Udinese, contribuendo così alla rincorsa della Primavera.
Marco Litti: un’eredità da onorare
Marco Litti, nato il 12 ottobre 2006 in provincia di Brindisi, è un terzino sinistro dalle grandi qualità tecniche e una spinta costante sulla fascia. Arrivato a Roma nel 2020 dal settore giovanile del Lecce, ha firmato il suo primo contratto da professionista nel 2023, dopo una crescita costante nel vivaio giallorosso.
Nel 2023 ha contribuito in modo decisivo alla conquista dello scudetto Under 17, conquistandosi un ruolo di protagonista anche nella Primavera guidata da Guidi. In questa stagione ha totalizzato 24 presenze, di cui 14 da titolare, dimostrando solidità e continuità.
Un infortunio alla spalla, già operata in passato, ha rallentato il suo percorso, ma Marco ha sempre mostrato determinazione nel recupero. Proprio quella stessa spalla è stata coinvolta nel recente episodio negli spogliatoi. Dietro il numero 25 che indossa in campo, c’è anche un’importante eredità familiare: il ricordo del padre Cesare Litti, storico massaggiatore di Brindisi e Lecce, scomparso nel 2018, che Marco onora con impegno e dedizione.
Proteggere il futuro del calcio giovanile
Al di là delle polemiche e delle ricostruzioni, resta l’importanza di tutelare i sogni e le carriere di giovani talenti come Almaviva e Litti. La loro crescita non può essere oscurata da episodi come questo che, si spera, rimangano sempre più lontani dal mondo dello sport. Solo in un ambiente di rispetto e serenità questi ragazzi potranno continuare a crescere e realizzare i propri sogni, costruendo il futuro della Roma.