Dan e Ryan Friedkin non parlano spesso. Anzi, quasi mai. In un calcio dove le dichiarazioni a caldo e le esternazioni pubbliche sono all’ordine del giorno, i proprietari della Roma rappresentano un’eccezione. Pochi comunicati, nessuna conferenza stampa, eppure ogni volta che rompono il silenzio lo fanno per lasciare un segno. L’ultimo esempio è arrivato ieri, quando la società ha annunciato con orgoglio il progressivo ritorno allo storico stemma ASR, un gesto simbolico ma potentissimo, accolto con entusiasmo da una parte importante della tifoseria.
La prima volta: 17 agosto 2020
Bisogna tornare indietro di quasi cinque anni per trovare la prima uscita pubblica della famiglia Friedkin. Era il 17 agosto 2020, giorno del passaggio di consegne con James Pallotta. In un comunicato, i nuovi proprietari si dissero “entusiasti di unirsi alla famiglia dell’AS Roma”, definendo il club un “nome iconico del calcio mondiale”. Un messaggio di passione e responsabilità ribadito anche nella loro prima intervista del 3 settembre dello stesso anno: “Questa è prima di tutto una passione per la città, per la squadra, per la gente che la circonda e per il calcio“.
Superlega, Mourinho e la linea comunicativa
Da allora, le loro uscite pubbliche si contano sulle dita di una mano. Nell’aprile 2021 si schierano con decisione contro la Superlega, prendendo posizione in maniera chiara. Qualche giorno dopo, il 4 maggio, due comunicati nel giro di poche ore: prima il saluto a Paulo Fonseca, poi l’annuncio shock di José Mourinho come nuovo allenatore. È uno dei momenti di massimo entusiasmo sotto la loro gestione, replicato però con freddezza al momento dell’addio dello Special One, il 16 gennaio 2024.
Da De Rossi a Juric
Quello stesso giorno arrivò anche il benvenuto a Daniele De Rossi, con un altro comunicato firmato direttamente dai Friedkin. Ma la relazione con l’ex capitano, nonostante la stima reciproca, si è interrotta bruscamente con l’annuncio del suo esonero e la contemporanea nomina di Ivan Juric. Una decisione che ha spaccato la tifoseria, soprattutto per i toni freddi e formali della nota: “Separarsi da Daniele è stata una decisione difficilissima, ma presa per puntare ai trofei“.
Juric però ha avuto vita breve, durando appena 53 giorni. L’ennesimo scossone che sembrava allargare la frattura con l’ambiente, poi in parte ricucita con la nomina di Gian Piero Gasperini, figura esperta e appoggiata anche da Claudio Ranieri, oggi uomo forte della dirigenza.