C’è qualcosa di antico e affascinante nel modo in cui sta nascendo la nuova Roma. Qualcosa che richiama l’idea di una bottega artigiana più che di una macchina industriale. Uno lavora in silenzio nel suo studio di Trigoria, l’altro osserva da lontano, tra mare e riflessioni, ma senza mai davvero staccare la testa da quel che lo aspetta. Il primo è Frederic Massara, tornato in giallorosso per dare ordine e visione. Il secondo è Gian Piero Gasperini, scelto per guidare un nuovo ciclo, forse l’ultimo della sua carriera, e per lasciare un’impronta vera. Il terzo elemento, meno visibile ma non meno decisivo, è Claudio Ranieri, garante silenzioso e autorevole di questo nuovo corso. Una trilogia di competenze, caratteri e intenti, che si è formata in poche settimane ma che ha già imboccato la strada con la naturalezza delle idee forti. Nessuno slogan, nessun proclama: solo confronto quotidiano, analisi, sguardo lungo. E la consapevolezza che non c’è un minuto da perdere.
Un filo diretto tra campo e scrivania
In queste giornate di attesa e trattative, Massara e Gasperini parlano ogni giorno. Si aggiornano, si confrontano, si misurano con la realtà dei numeri e con quella – più importante – delle ambizioni. Massara ha preso in mano la scrivania che fu di Ghisolfi e da lì sta ricostruendo, tassello dopo tassello, la Roma che verrà . Gasp, invece, si gode le ultime ore di vacanza, ma con la mente già proiettata verso Trigoria, dove a metà luglio inizierà ufficialmente la nuova stagione.
Quella che per molti è una scommessa, per lui è una sfida. Anzi, come ha detto nel giorno della sua presentazione, è la grande sfida, l’occasione di dare un senso nuovo al finale della propria carriera. Per accettare Roma ha rinunciato all’Atalanta, alla Champions, e anche a un tentativo in extremis da parte della Juventus. Ma ciò che lo ha convinto, oltre alla piazza e al progetto, è stato proprio Massara. La possibilità di condividere un percorso con un uomo di calcio, capace di ascoltare, interpretare e agire.
Dentro la nuova Roma: idee chiare, limiti concreti
I due hanno già messo mano alla rosa. L’analisi è stata cruda ma necessaria: pochi incedibili, molte possibilità , un equilibrio da ricostruire. La priorità , al momento, è chiara e brutale: fare cassa, rientrare nei parametri, chiudere il bilancio. C’è una scadenza che incombe, quella del 30 giugno, e fino a quel giorno il mercato romanista parlerà solo in uscita.
Gasperini non si è opposto. Ha compreso, anzi ha indicato personalmente chi può essere sacrificato senza compromettere il suo disegno. Perché nel frattempo, mentre Massara sistema i conti, lui ha iniziato a scrivere le sue richieste: cinque titolari da inserire nella spina dorsale della squadra, un centrale veloce (forse due, se Ndicka partirà ), due esterni capaci di correre e creare, un centrocampista dinamico e un attaccante funzionale al suo gioco. Non nomi da copertina, ma giocatori funzionali, veri, pronti. Tra questi potrebbe esserci De Cuyper, esterno del Bruges, individuato come primo rinforzo da portare già al ritiro.
Il tempo stringe, ma la direzione è tracciata
Gasperini è abituato a lavorare con intensità fin dal primo giorno. Sa bene che il calciomercato, per sua natura, esplode nelle ultime due settimane di agosto, ma sa anche che il suo metodo richiede applicazione immediata. Ecco perché ha chiesto che almeno due innesti siano già presenti il 13 luglio, quando la squadra si radunerà ufficialmente a Trigoria. Non è un vezzo, ma una necessità strutturale: chi conosce Gasperini lo sa, non lascia nulla al caso, e ogni dettaglio della preparazione serve a costruire il rendimento dell’anno.
Massara, affiancato da Balzaretti e Ricchio, dovrà completare lo spartito. E non sarà semplice. Servirà lucidità , pazienza e il coraggio di scegliere bene, anche in condizioni di mercato non ideali. Ma il punto è che stavolta la Roma sembra avere un metodo. Una linea. E soprattutto una fiducia interna che mancava da troppo tempo.
Un progetto che sa di futuro
Al di là dei nomi, delle cessioni e delle operazioni, quello che si sta muovendo a Trigoria ha un sapore diverso. Non è un progetto nato in provetta, né una rincorsa al colpo mediatico. È una costruzione fatta di idee compatibili, guidata da persone che parlano la stessa lingua e che conoscono il peso del tempo.
Da qui ai prossimi tre anni, l’obiettivo è chiaro: riportare la Roma in pianta stabile tra le grandi del calcio italiano, ridando senso alla parola continuità e dignità a ogni stagione. Non basterà Gasperini, non basterà Massara. Ma la strada, almeno, oggi c’è. E sembra portare nella direzione giusta.