Messo alle spalle il turbolento finale di giugno segnato dalla corsa alle plusvalenze, la Roma ora guarda verso Nyon. A far tremare i piani alti di Trigoria non è tanto il mercato, quanto l’attesa risposta del Club Financial Control Panel della UEFA, incaricato di valutare la sostenibilità economico-finanziaria dei club europei. La domanda, in fondo, è semplice: i conti tornano oppure no?
Il rebus delle plusvalenze
Nella rincorsa alla quadratura del bilancio, la Roma ha inserito in extremis le cessioni di Dahl, Zalewski e Abraham, utili a generare le tanto agognate plusvalenze entro il 30 giugno. Un traguardo parzialmente centrato, perché due trattative considerate strategiche – quelle con il Torino per Romano e Terlizzi – sono saltate sul più bello, privando i contabili giallorossi di ulteriori 6-7 milioni. Un margine che avrebbe potuto fare la differenza. Senza contare, poi, la mancata cessione di Leandro Paredes al Boca entro i termini imposti dalla clausola di 3,5 milioni che avrebbero fatto comodo alla società giallorossa.
Una multa sì, ma gestibile
La sensazione a Trigoria è che l’obiettivo intermedio per l’esercizio 2024 sia stato centrato, ma che l’obiettivo complessivo imposto dalla UEFA – quello definitivo – non sia stato completamente raggiunto. Il che, in soldoni, dovrebbe comportare una sanzione economica. Ma niente che possa spaventare i Friedkin. Le stime più attendibili parlano di una multa compresa tra i 2 e i 5 milioni di euro, una cifra considerata del tutto gestibile e già messa in conto dai vertici societari.
Fonti interne lasciano trapelare tranquillità. La Roma si dice fiduciosa che il panel UEFA terrà conto non solo dei numeri nudi e crudi, ma anche del contesto e delle strategie adottate. Un esempio su tutti: il cambio in corsa del direttore sportivo, con Frederic Massara arrivato nel pieno del periodo più delicato per le trattative, costringendo a ricalibrare scelte e priorità all’ultimo momento.
Investimenti mirati, basta sprechi
Il dato di fondo è chiaro: la Roma ha abbandonato la logica dei colpi di teatro. Dimenticate le operazioni in stile Lukaku, con ingaggi da top player e sostenibilità azzardata. Il nuovo corso guarda invece a profili più giovani e sostenibili. È questa la via che il club intende percorrere per rientrare nei parametri UEFA e – soprattutto – per non trovarsi più con l’acqua alla gola a fine stagione.
Il nodo Calafiori e i 9 milioni “congelati”
Un ulteriore elemento che potrebbe incidere sulla valutazione finale è il contenzioso in corso con il Basilea. Il club svizzero, infatti, non ha ancora versato alla Roma la quota spettante dalla rivendita di Riccardo Calafiori all’Arsenal. Si parla di circa 9 milioni di euro che, se confermati e incassati, rappresenterebbero una plusvalenza pura e pesante, in grado di cambiare anche l’analisi finale del bilancio. La Roma si dice convinta delle proprie ragioni, ma resta in attesa che la giustizia sportiva faccia il suo corso.