Primo giorno di scuola per la Roma di Gasperini, che proprio oggi si raduna a Trigoria per l’inizio del ritiro estivo, ancora purtroppo senza i colpi di mercato richiesti dal mister (novità sull’affare Rios). Proprio del tecnico di Grugliasco ha parlato l’ex giallorosso Diego Perotti, al Genoa con lui dal 2013 al 2016: “Gli devo tantissimo. Ha modificato il mio modo di vedere non solo il calcio, mi ha cambiato la vita e la carriera. Arrivavo dal Siviglia, ero demotivato e vivevo con la paura di farmi male di nuovo. In più non capivo la lingua. Mi ha fatto rinascere. Ricordo in particolare l’intensità che pretendeva e la sensazione in campo di poter fare almeno due gol a tutti. Sarà così anche a Roma, vedrete”.
Fiducia massima insomma da parte di Perotti verso Gasperini, che può far subito sentire la sua mano su squadra che affonda su radici solide poste dal sapiente lavoro di Claudio Ranieri: “Mi aspetto una Roma offensiva, con carattere e organizzazione. Farà grandi cose. Spero solo che l’ambiente gli dia fiducia. A Bergamo ha fatto 9 anni straordinari, gli dovrebbero fare una statua. Dategli fiducia e sarà così anche nella capitale”.
“In giallorosso gli anni più belli, nei rigori ero il migliore in Italia”
La notizia più bella, di quale giorno fa, è stato “l’ingaggio” del figlio di 10 anni Francesco nelle fila dei giallorossi, e dunque un Perotti tornerà a vestire gloriosamente la maglia dei capitolini. Quella Roma di Diego però era davvero tanta roba: “In giallorosso ho vissuto gli anni più belli della mia carriera. Eravamo una squadra pazzesca, c’erano giocatori fantastici. Salah, Dzeko, Nainggolan, De Rossi, Rudiger e tanti altri. Oggi una rosa del genere lotterebbe per il titolo. Eravamo allenati da un genio come Spalletti. E non ho nominato Totti, faceva un altro sporto. Metto lui e Riquelme nel mio Olimpo personale. Francesco tirava in porta come nessuno al mondo, e poi i lanci, i tocchi di prima, i colpi di tacco… era magia pura”.
In quel contesto El Monito si era ricavato un dignitosissimo spazio, con un primato che ci tiene a ribadire anche a distanza di anni: “Io il top a tirare i rigori? Sì, quella medaglia me la prendo. Nei rigori ero il migliore in Italia, e non ne trovo uno più bravo di me neanche in Europa. Li tiravo in un modo speciale”.