Grazie all’importantissimo successo contro il Parma, la Roma ha conquistato il nono risultato utile consecutivo in campionato, dimostrando una volta di più di vivere un periodo positivo, che aumenta il rammarico per l’inizio della stagione. A mandare ko i ducali, che hanno poi optato per l’esonero di Pecchia, è stata una punizione perfetta di Matias Soulé, che ha garantito i tre punti diventando finalmente un fattore per i giallorossi dopo una lunga attesa.
L’annata dell’argentino è stata infatti decisamente sottotono fino a questo momento, con prestazioni al di sotto delle aspettative visto lo sforzo economico fatto in estate per portarlo nella Capitale. Allo Stadio Ennio Tardini però l’ex Juventus si è preso la scena, con la speranza che il suo rendimento possa andare sempre più in crescendo. Come mostrato anche dallo stesso gesto tecnico che ha illuminato la serata della Roma, le qualità di Soulé sono sotto gli occhi di tutti e questo episodio potrebbe quindi segnare un punto di svolta.
Soulé: “Non mi volevano far calciare”
È stato lo stesso Soulé a raccontare un aneddoto simpatico e curioso riguardante proprio gli istanti immediatamente precedenti alla battuta del calcio di punizione. Al termine del match contro il Parma, l’argentino si è infatti così espresso: “Quando eravamo li con Paredes e Mancini non mi volevano far calciare, ma io ho detto di lasciarmi il pallone perché avevo segnato già da quella posizione. Mi hanno detto poi: ‘Non credevamo in te, bravo'”.
Ranieri presente anche a Cagliari
Le parole di Soulé hanno una precisa data, ovvero quella del 21 gennaio 2024, quando ancora vestiva la maglia del Frosinone e sfoderava giocate di alto livello con continuità. La punizione ammirata con il Parma è stato un vero e proprio replay di quella effettuata in quella data contro il Cagliari, sempre in trasferta, nel 3-1 con cui i ciociari superarono i sardi anche grazie a questa pennellata dal limite dell’area con palla che si infila morbida sotto il sette. Il filo conduttore? Claudio Ranieri. L’attuale tecnico della Roma era infatti l’allenatore dei rossoblù e a poco più di 365 giorni di distanza, questa volta, ha potuto gioire della magia del classe 2003.