Agosto alle porte e inizio di stagione sempre più vicino, ma il calciomercato è ben lontano dalla sua conclusione, soprattutto per una Roma che si sta dividendo su tanti fronti per mettere a disposizione di Gasperini una rosa da Champions League. Le questioni sono tante, dalle idee come Rowe e Krstovic per l’attacco del mister alle valutazioni su chi in squadra c’è già, e da questo secondo punto di vista sono due i big sotto esame: il primo è Dovbyk, tornato pericolosamente in bilico, e il secondo è Lorenzo Pellegrini, il capitano nobile decaduto il cui futuro cambia faccia di continuo da mesi.
Dopo una stagione a dir poco deludente e condizionata dal difficile rapporto con i tifosi, la rinascita sotto Gasperini è già in salita, visto l’infortunio di fine campionato che lo riconsegnerà al mister solo fra un mese. Sempre che rimanga… Stando a Leggo, Pellegrini è stato offerto alla Juventus in cambio di McKennie, due giocatori entrambi in scadenza di contratto nel 2026 che costituiscono ad oggi una grana da risolvere per i rispettivi club. Di fronte a tale proposta giunta da Trigoria, non si è fatta attendere la risposta dei bianconeri.
No della Juventus, ma occhio a Cristante
Fino a poco tempo fa quello del numero 7 giallorosso sarebbe stato un profilo molto interessante sul mercato, ma oggi le cose sono cambiate. Un secco no da parte della Juventus alla proposta di scambio, un Lollo che non è ciò che la Vecchia Signora sta cercando per un centrocampo di Tudor da ripensare, e in effetti l’obiettivo sembra essere un altro: bianconeri che hanno mostrato interesse per Cristante nei giorni scorsi, elemento per il quale invece Comolli sarebbe disposto a mettere sul piatto il cartellino di McKennie.
Uno scenario che piace meno alla Roma, sia perché il contratto di Bryan scade nel 2027, a differenza di quello di Pellegrini che ha ancora un anno solo di vita, sia perché rimane un vecchio pupillo di Gasperini che potrebbe essere utile alla causa. Vie del calciomercato infinite da qui ad agosto, ma piazzare il capitano altrove resta un’impresa non facile, con il rischio di perderlo a zero fra un anno sempre più concreto.
