C’è una voce che, da anni, accompagna fedelmente la Roma dentro e fuori dal campo. È quella di Carlo Zampa, storico telecronista e grande tifoso giallorosso, che non ha mai nascosto il suo amore viscerale per la maglia e la sua schiettezza nel commentare ciò che accade a Trigoria. In un momento cruciale, a poche settimane dalla chiusura della stagione e con la questione allenatore ancora aperta ci ha risposto così:
“Non si tratta di prendere per forza un nome importante come Ancelotti o Allegri – ci dice Zampa – ma di trovare un allenatore da Roma, qualcuno che incarni davvero lo spirito di questa piazza e che sappia valorizzare l’ambiente. Il problema vero è che queste scelte fondamentali, la società continua a farle in ritardo.” Zampa punta il dito contro una gestione che, secondo lui, continua a muoversi in ritardo nei momenti decisivi. “L’allenatore andava scelto molto prima – afferma – invece si è arrivati a fine stagione senza un piano chiaro. Ora bisogna capire se i profili che interessano alla Roma sono ancora disponibili.”
Non è solo questione di tempistiche, il vero nodo è la qualità del progetto: “Io vorrei un allenatore di livello – dice Zampa – ma un tecnico del genere non porta solo il suo nome: porta richieste precise, sia economiche che tecniche. Vuole garanzie, vuole una rosa all’altezza delle sue ambizioni. E la Roma, da questo punto di vista, dà l’impressione di non avere idee chiare.”
La figura del nuovo allenatore diventa così il centro della programmazione futura della Roma: mercato, struttura tecnica, prospettive. “Sarà lui a dettare le scelte – sottolinea Zampa – perché un tecnico di alto profilo pretende calciatori di un certo livello. E se non sei pronto ad assecondarlo, allora non serve a nulla prenderlo.”
Zampa: “Dovbyk va confermato, ma non può restare solo”
Il futuro della Roma passa anche dai piedi di chi, quest’anno, ha alternato buone prestazioni a momenti di incertezza. Tra questi c’è senza dubbio Artem Dovbyk, attaccante arrivato con molte aspettative e autore comunque di un bottino di 17 gol. Carlo Zampa ha le idee chiare: “Per me Dovbyk è un giocatore da tenere – afferma – anche se il suo rendimento è stato altalenante. Diciassette gol non sono pochi, e considerando l’investimento che è stato fatto su di lui, sarebbe un errore privarsene ora.”
Tuttavia, per Zampa non basta affidarsi solo all’ucraino per costruire un attacco da vertice: “Va affiancato da un’altra punta, qualcuno che lo completi e che possa essere decisivo nei momenti chiave della stagione.” Ma, ancora una volta, il discorso torna inevitabilmente alla questione centrale: l’allenatore. “Come dicevo prima, tutto ruota intorno alla scelta del tecnico. La permanenza di Dovbyk dipenderà anche dal tipo di gioco che vorrà imporre il nuovo allenatore. Se arriva qualcuno che imposta il gioco in maniera completamente diversa, allora anche i profili da tenere o da cedere cambiano.”
Zampa: “Pellegrini? Forse siamo ai titoli di coda. Dispiace, ma la Roma deve fare delle scelte”
Per anni è stato il simbolo della romanità in campo, il volto di una squadra che cercava identità attraverso le sue radici. Ma oggi, per Carlo Zampa, la storia di Lorenzo Pellegrini con la Roma sembra essere arrivata al capolinea: “A parte che in questo momento è infortunato – dice Zampa – ma ormai penso che siamo arrivati ai titoli di coda. Se vuoi fare mercato, qualcosa devi cedere. Se vuoi fare cassa, da qualche parte devi incassare. Pellegrini, per età e profilo, è uno di quei giocatori che possono ancora garantire un certo valore economico.”
Il tono è disilluso ma affettuoso. Perché se c’è una cosa che Zampa non nasconde, è il dispiacere personale: “Mi dispiace davvero, perché è romano, romanista, e ha sempre dato tutto. Ma la piazza ormai lo ha un po’ rigettato, sia come giocatore che come capitano. E questo pesa.” Una frattura tra tifosi e capitano, complici le prestazioni altalenanti e una serie di infortuni che non gli hanno dato tregua. “È anche un ragazzo fragile – aggiunge Zampa – nell’ultimo periodo ha avuto tanti problemi fisici, e questo perché non si risparmia mai. Quando è in campo dà tutto, ma forse anche questo ha finito per pesargli.”
E così, quella che doveva essere una storia di amore e fedeltà potrebbe chiudersi nel silenzio di un’estate di transizione. “Se davvero si vuole cambiare, bisogna avere il coraggio di fare scelte difficili – conclude Zampa – anche se fanno male.” Una riflessione lucida e malinconica su uno dei simboli più discussi degli ultimi anni. E forse, l’ennesima conferma che alla Roma non basta più la passione per costruire il futuro: servono decisioni nette. Anche quando fanno male.
di Sara Paoletti