È una Roma che vola sulle ali dell’entusiasmo, neanche lontana parente di quella vista nella prima parte di stagione, e non potrebbe essere altrimenti. I numeri del 2025 vanno oltre l’andamento Champions, un obiettivo che è tornato clamorosamente possibile: alla vigilia della prima gara di gennaio il distacco dal 4° era di 15 punti, ora è appena di 2, una cavalcata resa possibile da un Ranieri per il quale abbiamo finito gli aggettivi. Serve un ultimo sforzo, e il tecnico si augura che possa essere Artem Dovbyk il trascinatore, in un’annata fin qui di alti e bassi.
16 gol totali, di cui 11 in campionato, sono un discreto bottino per essere il suo primo anno in Serie A, ma resta il fatto che troppo spesso è sembrato un elemento avulso al resto della squadra, tatticamente in difficoltà e spesso assente nei match che contano. Nella conferenza pre Fiorentina, Ranieri ha usato questa volta più la carota che il bastone: “Io ci credo ancora in lui, non è un acquisto sbagliato. Ha fatto notevoli progressi e come prima anno è positivo. Deve migliorare perché ha mezzi e capacità per farlo”. 4 gare a disposizione dell’ex Girona per convincere la Roma e scacciare le voci di un possibile addio.
Niente Girona, ma che fare con Dovbyk?
Sì perché tale rendimento da 6- ha portato a qualche rumors sulla precoce fine dell’avventura dell’ucraino nella capitale, con notizie dalla Spagna che parlavano addirittura di un ritorno al Girona, dove era esploso l’anno scorso guadagnandosi il titolo di Pichici de LaLiga con 24 gol. La cosa risultava però difficile anzitutto per le parole non felici di addio di Dovbyk alla sua vecchia squadra e per una posizione di classifica che dice quart’ultimo posto con soli 3 punti di vantaggio sulla retrocessione.
Un’ulteriore conferma la dà l’esperto di mercato Nicolò Schira, che ha escluso dialoghi tra Roma e spagnoli per un ritorno dell’ucraino a Montilivi. Un indizio questo di sicura permanenza in giallorosso? No, ma ad oggi quella sembra essere l’opzione più probabile: Dovbyk quest’anno dei segnali incoraggianti li ha dati, e la speranza è quella di una consacrazione nel suo secondo anno in Italia, oltre al fatto che i giallorossi non possono di certo permettersi si sperperare un investimento di 36 milioni (tra fisso e bonus) in appena un anno.
